La prima semifinale NBA della Western Conference prende il via alla Oracle Arena, in casa dei Golden State Warriors, dove arrivano gli Houston Rockets in quella che per tutti rappresenta una finale anticipata.
Primo quarto
L’inizio della sfida tra due delle favorite in questa stagione NBA vede subito Draymond Green pilotare emotivamente e tecnicamente i Warriors che nei primi minuti del quarto guidano il match, con i Rockets che rimangono a contatto. I ritmi da Playoff favoriscono la squadra di casa che corrono e creano più di un problema alla difesa dei texani fino a conquistare un vantaggio di +7, mettendo in evidenza il problematico 0/9 dalla lunga distanza di Houston. Harden, però, è un giocatore senza paura e assorbe quasi da solo lo svantaggio accumulato, fino a mettere (addirittura) la testa in avanti sul 18-19 in 180 secondi, nonostante il pessimo 35% dal campo di squadra. Negli ultimi scampoli della prima frazione Golden State mette a segno un 10-0 di parziale targato Looney-Curry-Durant che chiude il quarto sul 28-19.
Secondo quarto
Il secondo quarto si apre con la mini-reazione di Houston che segna un 5-0 di parziale che permette ai texani di stare a contatto con la partita. I Warriors, nonostante le mani “fredde” al ritorno in campo, rispondono con la tripla di Thompson che costringe coach D’Antoni a chiamare il primo timeout del quarto per mantenere la concentrazione dei suoi e non far scappare gli avversari. Al rientro sul parquet di gioco le due compagini si dilettano in un botta e risposta composto da canestri al limite del forzato: le triple di Thompson e Curry fanno il paio con quelle di House e con l’energia di Nene sotto canestro. Dopo una serie di non fischi su Harden e Curry, che mandano su tutte le furie le relative panchine, le due squadre tornano a segnare con i Rockets più pronti a sfruttare i limiti difensivi dei padroni di casa (che devono anche “rispondere” delle tante palle perse), andando a realizzare le triple che sanciscono il 53-53 alla fine del primo tempo.
Terzo quarto
I primi minuti del secondo tempo vedono le due squadre scambiarsi il vantaggio, mettendo in mostra più volte il grande impegno difensivo di tutti i protagonisti in campo. Tra un errore e l’altro sono soprattutto i “comprimari” a segnare più spesso, ma è Kevin Durant a ridare un po’ di respiro (e a ridare un minimo di vantaggio) per i Warriors allo scoccare della metà del periodo, con il risultato parziale di 65-61. Il solito Harden sale in cattedra anche in versione assist-man per favorire i canestri dei compagni ed evitare la costante pressione difensiva dei Warriors su di lui (6/20 fino a questo momento), andando ad accorciare a -2 lo svantaggio (72-70) negli ultimi 2:30 minuti del tempo. Centocinquanta secondi sul cronometro che si accendono in un attimo grazie a Kevin Durant che guida l’attacco dei padroni di casa andando a realizzare due canestri pesantissimi che sembrano spezzare l’entusiasmo dei texani. CP3 non è d’accordo e poco prima della fine del quarto mette a segno la “bomba” che mette in evidenza tutti i limiti della terna arbitrale, che continua a non fischiare sulla difesa troppo aggressiva dei padroni di casa sui tentativi dalla lunga distanza di Houston. CP3 (che verrà espulso a fine match) e D’Antoni vanno su tutte le furie e rimediano un fallo tecnico a testa permettendo a Golden State di chiudere sul 83-76.
Quarto periodo
Gli ultimi dodici minuti di Gara-1 si aprono nello stesso modo in cui si è conclusa la terza frazione: Warriors avanti e Houston appena dietro, aggrappata ad una partita che non aspetta altro che una spallata (quella decisiva) da parte di una delle due squadre. Pj Tucker mette energia sui rimbalzi offensivi ed i Rockets raccolgono dividendi sulle seconde palle, con Harden che serve Nene bravo a sfruttare la propria stazza per andare ad impattare per l’ennesima volta il match sull’89-89 a metà periodo. Durant è la macchina offensiva perfette che permette a Golden State di ricostruire, e mantenere, il vantaggio sugli avversari con Iguodala che si rende protagonista di scelte difensive ed offensive che fanno la differenza. L’ultimo minuto del match si apre col +5 dei Warriors (100-95) ma Harden è l’ultimo a morire e segna uno dei canestri più importanti della sua partita (con fallo) e dimezza lo svantaggio: 100-98. Houston spera ma ci pensa Curry, pochi secondi dopo, a rimandare al mittente il tentativo di recupero, è sua la tripla spezzagambe a 24 secondi dal termine del match. Successivamente Harden segna una facile schiacciata e, al ritorno in campo del timeout chiamato da coach Kerr, Golden State perde una palla potenzialmente sanguinosa con “il barba” che sugli sviluppi sbaglia la tripla del pareggio (103-100). Si chiude così, sul 104-100 per i Golden State Warriors, gara-1.
Warriors: Durant 35, Curry 18, Green e Iguodala 14
Rockets: Harden 35, Gordon 27, Paul 17
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Francamente Houston non mi è sembrata a livello dello scorso anno.