La partita tra Golden State Warriors e Houston Rockets, è da molti considerati una finale anticipata, visti i protagonisti e visto il risultato della scorsa stagione NBA con la squadra di James Harden e Chris Paul unica a mettere in difficoltà Kevin Durant e compagni nella finale della Western Conference. Il primo atto di questa serie però, prima ancora di regalare grandi emozioni e bel basket sul campo, è stato contraddistinto da proteste e critiche verso arbitri sopratutto da parte dei Texani.
L’MVP in carica, spalleggiato da Mike D’Antoni non c’è andato leggero nelle interviste post-partita accusando la lega e la classe arbitrale di cambiare metro di giudizio quando in campo ci sono i due volte campioni NBA. A gettare anche più legna sul fuoco ci ha pensato il tanto contestato last two-minute report che la lega pubblica al termine di ogni partita.
Secondo il documento negli ultimi due minuti sono tre 3 gli errori ammessi, tutti a sfavore degli Houston Rockets:
A un minuto e 10 dalla fine andava fischiato il contatto tra Stephen Curry e James Harden.
A 51 secondi dalla fine non sanzionata una infrazione di passi di Klay Thompson.
Infine a 5 secondi dalla sirena non viene visto il contatto tra Stephen Curry, che impedisce a quest’ultimo di controllare palla.
Da segnalare anche l’episodio sulla tripla di James Harden tentata a 10 secondi dalla fine, con gli arbitri che affermano che è lo stesso tiratore a generare il contatto spingendo le gambe in avanti.
Sono proprio le conclusioni da tre punti (8 in particolare secondo l’allenatore ex Olimpia Milano) il punto cardine su cui si fonda la protesta degli Houston Rockets e su cui si è dibattuto molto anche sui social. Secondo i texani e secondo molti sui social infatti in diverse occasioni i difensori dei Golden State Warriors invadono il cilindro del tiratore non lasciando a quest’ultimo lo spazio per ricadere.
Inoltre gli Houston Rockets avrebbero raccolto un dossier che testimonia ben 81 errori commessi dalla terna arbitrale durante la serie dell’anno scorso. La sfida tra le due franchigie è appena cominciata, ma già da Gara 1 sembra esserci parecchia carne sul fuoco.
Leggi anche:
Playoff NBA, le parole dei Boston Celtics dopo la vittoria in Gara 1
NBA Playoff Preview: Denver Nuggets vs Portland Trail Blazers
Thunder, il GM Sam Presti su Russell Westbrook: “Nessuno è perfetto”
NBA, i Minnesota Timberwolves incontrano Cauncey Billups
Guarda i commenti
Secondo me hanno ragione. Il gioco di Harden spesso si esplica nella ricerca del fallo, questo è vero e non lo nasconde, ma se fino ad ora, per tutte le 80 e passa partite di regular season questo tipo di falli è sempre stato fischiato, portando il barba alla lunetta per una cosa tipo 10 volte a partita, ora non si possono cambiare le carte in tavola. Se si fosse applicato lo stesso metodo, i Rockets starebbero a +1 nella serie senza se e senza ma. Non è certamente un dettaglio.
Inoltre, a mio modesto avviso, non consentire al tiratore di atterrare come si deve è un fallo. Come difensore, la difficoltà sta proprio nell'impedire il tiro senza impattare sull'attaccante. Thompson, che è un difensore superbo, non ha mai avuto il problema di rispettare il cilindro dell'attaccante, ma contro il barba ovviamente non basta e quindi è costretto a spingere di più. Lecito, ma è un atteggiamento che va sanzionato quando sfora nel fallo, e non ignorato com'è successo in gara 1.
Insomma, non credo si tratti di favoritismi, ma semplicemente di una confusione a livello di lega.
Spero solo che appianino questo tipo di problema prima di gara 2 e soprattutto che i rockets non si limitino a sbraitare per questo piuttosto di combattere contro la corazzata GSW.
Hanno ragione entrambe le squadre, a Houston non sono stati fischiati alcuni falli soprattutto sulla difesa di Thompson che era scomposta ed imbarazzante (non che pericolosa, visto che con gli stessi interventi lo scorso anno Pachulia ha rovinato la stagione a Leonard), altri invece erano palesemente dei flop o dei contatti cercati dal Barba nei quali allungava le gambe per farsi toccare o non si reggeva sulle gambe all'atterraggio dal salto.
Diciamo che a forza di fare questo tipo di gioco siamo arrivati al punto che gli arbitri preferiscono non fischiare che fermare il gioco e non gli do torto.
Dall'altra parte c'è Golden State e questo amplifica tutto, se fosse successo contro Utah nessuno avrebbe gridato allo scandalo.