Febbraio 2015
Il giorno della trade deadline 2015 Boston venne coinvolta in uno scambio a tre squadre con i Phoenix Suns e i Detroit Pistons. I Celtics cedettero Tayshaun Prince in cambio del nostro Gigi Datome e di Jonas Jerebko, mentre cedendo Marcus Thornton e una scelta al primo giro ai Suns ottennero Isaiah Thomas. Senza sacrificare troppo – la scelta al primo giro era dei Cavaliers – Ainge ottenne il sesto uomo dei Suns, che in poco tempo sarebbe diventato una dei giocatori più prolifici della Lega nel biennio 2015-2017 e un due volte All-Star.
Nel frattempo, sotto la guida di Brad Stevens, ecco che si prospetta l’inversione di tendenza di cui parlavamo a inizio articolo per Danny Ainge: invece di utilizzare le proprie draft picks per chiamare effettivamente giocatori al Draft, la dirigenza Celtics ha preferito accumulare una miriade di draft picks negli anni recenti, per selezionare giocatori da inserire presto o tardi nel roster. Ad esempio, nel solo Draft 2016 i Boston Celtics hanno scelto per ben otto volte nell’intero Draft. In effetti, le chiamate di Jaylen Brown, Guerschon Yabusele e Ante Zizic nel 2016 e quella di Marcus Smart nel 2014 sembrano confermare questa politica: con il solo Zizic eslcuso, i giocatori appena citati ora costituiscono l’ossatura principale della squadra.
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Interessante articolo su come si muove Ainge con le scelte. Il problema per Boston però credo che sia in questa off-season:doveva(e voleva)mettere le mani su un buon free agent per fare un ulteriore salto di qualità ed andare a sfidare i Cavs con qualche arma in più e in questo caso la mossa di scegliere per terza e non per prima poteva avere un senso. Ma al momento è ferma al palo e rischia di rimanerci. Se non firma la stella dei Jazz Boston rischia un altro anno di buon basket ma troppa distanza da LBJ e compagni. E se poi Fulz fosse una futura superstar? Certo a Ainge non manca il coraggio e il saper rischiare, questo gli va dato atto.