Boston Celtics

NBA, Kyrie Irving fiducioso sulla crescita dei suoi Boston Celtics

I giovani Celtics sono sotto nella serie per 2-1 contro i Milwaukee Bucks del candidato MVP Giannis Antetokounmpo. La sconfitta subita al TD Garden è stata davvero dura da digerire per la compagine del Massachusetts. La serie era iniziata con una vittoria inaspettata quanto abbastanza netta di Boston lontano da casa. Ma nelle successive due partite i cervi si sono imposti e hanno ribaltato la situazione.

Il leader della squadra di Brad Stevens è senza dubbio Kyrie Irving. Il giocatore più talentuoso e più esperto si è detto fiducioso sulle possibilità di avere la meglio su quella che è stata la miglior squadra in stagione regolare:

“Penso che stiamo migliorando e lo stiamo facendo da squadra. Non penso ci siano limiti per farlo sia nel basket che nella vita.”

Il numero 11 in maglia verde sta viaggiando con una media di 21.3 punti a partita nella serie e soltanto con il 38.6% dal campo. Medie troppo basse, soprattutto la percentuale dei tiri riusciti per ciò che ci si aspetta da una stella del suo calibro.

Se c’è qualcuno in squadra a Boston che sa arrivare alle Finals, quello è sicuramente Kyrie. Riuscito in tre occasioni consecutive a raggiungere l’obiettivo, Irving è anche il leader dello spogliatoio. Deve esserlo per i tanti giovani con immenso talento ma con poca esperienza che ha in squadra quali Jaylen Brown, Jayson Tatum e Terry Rozier.

Di tutt’altro avviso è invece Charles Barkley:

“I Celtics non vinceranno più una partita nella serie contro Milawaukee.”

Chuck, conosciuto per i suoi pronostici sempre molto netti e forse un po’ affrettati, aveva anche detto qualche mese fa che i Clippers non avrebbero raggiunto i Playoff. Bhe, la squadra di Los Angeles non solo riuscì ad ottenere l’8 posto nella Western Conference ma anche a vincere due partite nella serie quanto mai squilibrata con i campioni in carica dei Golden State Warriors.

La partità di questa notte potrà dare sicuramente alcune risposte in un senso o nell’altro. Ma, seppure Kyrie Irving riuscì con i Cavaliers a recuperare da uno svantaggio di 3-1, un’ulteriore sconfitta in casa per Boston vorrebbe probabilmente dire addio al sogno della finale di Conference.

 

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  • Accontentiamoci per ora della gufata di Barkley, ma Paul Pierce, proprio non hai niente da dire?
    Scherzi a parte, è un'impresa difficile ma non impossibile, per lo meno i Celtics hanno più probabilità di ribaltare la serie, di quanto ne avessero i Clippers di arrivare ai playoff e vincere due match contro gli Warriors e loro ce l'hanno fatta.
    Nelle sconfitte si vedono i veri campioni, specialmente se a queste seguono delle vittorie..

  • Daccordo su molte cose ma non sulla leadership di Irving. Troppe scuse e un paio di voltafaccia hanno lasciato il segno nell'armonia dello spogliatoio e tra i seggiolini del TD Garden, Irving ha cosí dimostrato in primis di non essere un Celtic e questo a Boston pesa molto. Se alla cattiva comunicazione aggiungiamo poi i cattivi risultati presonali e di squadra, dificile intravedere un fututro roseo per i Celtics, ancor meno per Irving.

    Kyrie cercava una squadra "sua", ora ha la "sua" squadra e allora com'é possibe essere tanto lontani dal gioco espresso per esempio, propio da quel gruppo di "inesperti" giovani? Parlo di quel gruppo che la stagione scorsa ha raggiunto le finali di conference, peraltro senza di lui.

    Personalmente credo Irving sia un gran giocatore ma non un leader in grado di mettersi la squadra sulle spalle. Si, a momenti puó essere giocatore clutch, a momenti puó regalare prestazioni straordinarie ma non ha costanza in tutto questo. Ha bisogno di un grande al suo fianco (come molti altri). Che vada a NY con Durant, li stará meglio che a Boston. O meglio ancora che vengano KD o Leonard o Davis a Boston e tutti si dimenticheranno questa stagione e forse, forse la terra sará piatta per davvero.

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Pubblicato da
Carmine Borgia

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