I Milwaukee Bucks hanno chiuso la serie di 2º turno sfrutttando al meglio il primo match point casalingo sulla racchetta. In attesa della vincente tra Toronto e Philadelphia, coach Budenholzer può essere soddisfatto delle conferme ricevute contro un avversario certamente stimolante come i Celtics.
Di seguito quanto dichiarato dai protagonisti in conferenza stampa:
“Da quando sono arrivato dico che ho avuto la fortuna di prendere il timone della nave al momento giusto. […] Abbiamo giocato assieme attacco e difesa, ora dobbiamo mantenere lo stesso livello di concentrazione e la stessa fame. Siamo una squadra con identità difensiva e il collettivo l’ha capito. Se difendi così e costringi gli avversari a tirare con il 30% ti crei una grossa chance.”
Il ritorno di Malcom Brogdon rappresenta un’altra nota positiva da non sottovalutare:
“Brogdon ha giocato più di quanto previsto, si sentiva bene e ha avuto il semaforo verde. Dopo sei settimane fuori è estremamente difficile rientare e giocare in una gara di Playoff contribuendo in maniera positiva. È un segnale che ci dice molto della sua etica del lavoro e della sua professionalità e siamo molto contenti di averlo di nuovo a disposizione.”
Giannis Antetokounmpo ha sottolineato la forza di reazione mostrata dai Bucks sin dal post-partita di Gara 1:
“Dopo una sconfitta ci diciamo le cose in faccia a partire da coach Bud è una questione di abitudini. Tengo tra di noi quello che ci siamo detti in spogliatoio. Ci sarà sempre gente che dubita di noi.”
Un plauso anche ai tifosi che stanno accompagnando la squadra in questa rincorsa:
“L’energia del palazzo è stata incredibile è pazzesco sentire la spinta di tutta la città Le difficoltà del passato sono una motivazione.”
BOSTON SI LECCA LE FERITE
Nell’analizzare un’eliminazione bruciante Brad Stevens non ha cercato alibi:
“È stata una stagione di evidenti alti e bassi. Mentre noi cercavamo la nostra strada come gruppo per tirare fuori il meglio dai giocatori, c’erano un paio di squadre che stavano costruendo davvero qualcosa […] La partita è stata deludente, abbiamo perso un sacco di opportunità per stare a contatto risL’petto al -13 a fine primo tempo. […] Giù il cappello di fronte ai Bucks, una grandissima squadra di pallacanestro. Ogni anno facciamo una sessione video illustrativa con la squadra su diversi aspetti – closeout, recuperi in difesa – e i Bucks saranno protagonisti di varie clip. Merito a tutti loro perché se lo sono guadagnato. Sono una squadra migliore ed è stato chiaro in questa serie di cinque partite.”
L’annata travagliata offre molteplici spunti di riflessione:
“Non ci pensi finché non è finita. Sono consapevole del fatto che non abbiamo rispettato le attese che venivano dall’esterno. Abbiamo vissuto sulle montagne russe per tutta la stagione ed è stata dura. Non siamo riusciti a giocare assieme come avremmo sperato. Sono il primo a dire che questo è stato l’anno più complesso. In fin dei conti, se la squadra non trova il miglior fit per giocare assieme la responsabilità è dell’allenatore.”
La pressione della riconferma ad alti livelli dopo la sorprendente stagione passata ha giocato brutti scherzi a un gruppo giovane:
“Non voglio speculare sui singoli ma le voci e la pressione delle aspettative hanno sicuramente avuto un peso. A essere onesto, quando vivi tutto ciò, fai del tuo meglio per tenere lontani i rumors ma è difficile. Penso a Jaylen [Brown] e Jayson [Tatum] e non riesco a immaginarmi nei loro panni a gestire ciò che devono affrontare a venti e ventidue anni. Abbiamo imparato molto da tutto ciò che è successo quest’anno e sicuramente ci permetterà di migliorare.”
Quest’ultimo concetto è stato ripreso anche da Kyrie Irving, che non si è lasciato prendere dallo sconforto:
“Sono molte le lezioni da trarre tutta la stagione, sin dal training camp. I Bucks hanno dominato nella serie dopo Gara 1. Ci hanno battuto come gruppo. Non è il momento di essere delusi, si va avanti. So che non dimenticherò una serie del genere e non provo un senso di sconfitta.”
Risposta secca, in chiusura, alle domande sul futuro:
“Per essere chiari: voglio tornare prima di tutto a Boston e vedere la mia famiglia per rilassarmi e fare ciò che fanno gli esseri umani.”
Non vanno dimenticate situazioni contrattuali analoghe da valutare per quanto riguarda diversi elementi del roster. Terry Rozier, restricted free agent in estate, si è rifugiato in un ‘no comment’, mentre Al Horford e Marcus Morris, in attesa di mosse da parte della dirigenza, hanno lasciato aperto uno spiraglio alla permanenza in Massachussets.
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