Curiosità

Esclusiva NBAReligion: intervista a Matteo Soragna

Assieme a Basile, Bulleri, Galanda e Marconato è stato membro del quintetto che, nel 2004, ha regalato uno storico argento olimpico alla nostra nazionale. In carriera, tra le altre, ha vestito le prestigiose canotte di Barcellona, Biella e Treviso, con cui ha vinto anche 1 scudetto, 2 Coppa Italia e 1 Supercoppa. Dal 2016 è una delle voci che commentano il basket NBA per Sky. Di chi stiamo parlando? Di Matteo Soragna con cui abbiamo fatto due chiacchiere, in vista delle imminenti Finals.

 

1) Abbiamo assistito a Finali di Conference un po’ diverse tra loro: GSW ha dominato Portland mentre ad Est c’è stato più equilibrio. Alla luce di ciò, e del possibile rientro di KD e Cousins, vedi i Warriors nettamente favoriti o Toronto ha una chance? 

I Warriors sono sempre i favoriti, a prescindere dall’avversario, perché se lo sono guadagnato nel tempo. A Est è andata avanti la squadra con a roster giocatori che avevano già vissuto e vinto finali di Conference. I movimenti fatti l’estate scorsa, ed anche gli aggiustamenti di metà anno, erano in quella direzione e hanno dato ragione a Masai Ujiri. Toronto difende forte ed è una squadra sopra la media per efficacia in transizione ma non so se sarà sufficiente a metà campo il solo Leonard contro la difesa di Golden State. Dubito che Cousins possa tornare per qualche partita e sono altrettanto curioso sul ritorno di KD.

2) In Finale si affronteranno due delle squadre che, in  questa stagione, hanno tirato di più e meglio da 3 punti: sarà il tiro pesante, l’arma che verrà utilizzata maggiormente, oppure ci dobbiamo aspettare altro? Penso alla teorica superiorità dei Raptors nel pitturato…

Ogni parziale, a qualsiasi latitudine, nasce con il tiro da tre e per entrambe sarà una parte fondamentale del loro attacco. Detto questo, Golden State è la squadra che più di tutte ha tirato dal mid range e che più di tutte ha usato uscite dai blocchi o tagli e continuerà a farlo perché ha pagato dividendi importanti. Toronto, oltre a cavalcare i propri lunghi, avrà bisogno di muovere tanto la palla perché se giocano solo di isolamenti di Kawhi rischiano di dare troppi punti di riferimento alla difesa dei Warriors che non ha certo bisogno di aiuti.

3) Warriors vs Raptors è anche Durant vs Leonard, due fenomeni assoluti con, a quanto si legge, la valigia in mano. Pensi che l’esito di queste Finals possa influire sulla loro free agency?

L’unica chance per Toronto di trattenere Leonard, e non è detto che basti, è portarsi a casa l’anello. Nessuno può sapere cosa succede nella testa dello swingman e soprattutto in quella dello zio, che pare essere il vero ago della bilancia per tutte le sue scelte. Per KD il discorso è interessante perché se gioca le Finals e vincono può scegliere di provare ad andare a vincere da qualche altra parte; se non gioca e GS vince è la dimostrazione che possono fare a meno di lui; se non gioca e GS perde può far valere la sua fondamentale importanza.

4) Da ex tiratore, un giudizio su Klay Thompson. Star poco reclamizzata ma, a mio avviso, decisiva nel sistema di Golden State

Thompson è pazzesco per diversi motivi: fa sempre canestro (soprattutto quando conta), palleggia pochissimo, corre tanto e  difende in maniera divina. Tutti sanno quanto sia importante nel sistema Warriors proprio perché non reclama alcun palcoscenico, accetta di essere la terza o quarta opzione anche se poi ha tanti possessi a disposizione.

5) Lo scorso anno hai assistito da telecronista ad una delle più impressionanti performance di LeBron (Gara 2 di Finale di Conference tra Cavs e Raptors): parlando di free agency, pensi che il Re riuscirà a reclutare qualche nome importante? Nel caso, vedi i Lakers pronti a competere subito?

Ad oggi non sono più sicuro che tante superstar vogliano unirsi a LeBron visto che dovrebbero accettare di essere messi in secondo piano e ciò, per l’ego di alcuni rappresenterebbe un problema. Se chiudo gli occhi e immagino chi, fra i top free agent, sceglierà di unirsi al Re, dico Kyrie Irving. Dopo aver fallito come “numero uno” di una squadra, potrebbe tornare sui suoi passi e decidere di ritornare al fianco del Prescelto. Anche alcune sue dichiarazioni di qualche tempo fa potrebbero essere lette in quest’ottica.

6) Anche in questa stagione, salvo clamorose sorprese, Ettore Messina non diventerà Capo Allenatore, tu che sei stato “suo” giocatore come ti spieghi questo snobismo nei suoi confronti? Cosa gli consiglieresti di fare?

Non credo che Ettore abbia bisogno di un mio consiglio e non credo che non sia un discorso di snobismo solo nei suoi confronti. È evidente che ancora c’è tantissima diffidenza nei confronti degli allenatori europei, con Kokoskov esonerato dopo solo un anno dopo essere stato il primo della storia. Il livello tecnico degli europei è altissimo ma hanno una cultura diversa (che non vuol dire migliore o peggiore) rispetto a quelli americana. Infine le squadre NBA sono per larghissima parte in mano ai giocatori e questo può essere uno dei motivi che ancora non consentono un matrimonio duraturo tra una franchigia ed un allenatore poco abituato a trattare con vere e proprie stelle.

A nome di tutta la redazione di NbaReligion.com, un caloroso ringraziamento a Matteo per la gentilezza e per la grande disponibilità concessaci.

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Pubblicato da
Gherardo Dardanelli

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