Steve Kerr tenterà l’assalto al titolo NBA per l’ennesima volta nella sua carriera, lui che di anelli ne ha vinti già 8 tra Chicago Bulls, San Antonio Spurs e Golden State Warriors. Il coach della compagine californiana sa, però, che stavolta dovrà fare i conti con il fattore campo a sfavore. Non gli era mai successo negli ultimi 5 anni. L’altro elemento da tenere sotto controllo, invece, si chiama Kawhi Leonard. Il leader silenzioso dei Toronto Raptors sta vivendo una post-season da completo protagonista e Steve Kerr di certo lo ha notato:
“Stiamo parlando di un giocatore premiato MVP delle finali NBA già nel 2014. E oggi è sicuramente più vecchio ma probabilmente anche più saggio, più maturo, anzi sicuramente più vecchio, ma credo anche più maturo, per cui le ha viste tutte, ogni tipo di marcatura, ogni maniera in cui la difesa cerca di fermarlo. Questo ne fa oggi un giocatore probabilmente più completo, più consapevole di come le squadre avversarie cercano di giocare contro di lui. Comunque la si voglia mettere, è stato una superstar, uno dei pochi top player di questa lega, per gli ultimi cinque-sei anni ormai”.
Poi anche una battuta sulla presenza di Drake a bordocampo:
“È sempre lì, è un personaggio e i nostri ragazzi sono capaci di scherzare con lui. Penso che sia bello e l’NBA accetta la “cultura pop” legata alle star e le celebrità presenti. Abbiamo preparato anche E-40 (un altro rapper, ndr) per loro, quindi è tutto a posto.”
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