Road To Draft

Road to NBA Draft 2019: Jarrett Culver

Squadra: Texas Tech (Sophomore)

Ruolo: Guard-Small Forward

2018-19 Stats Per Game

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
18.5 6.4 5.0 1.4 3.7 1.1 0.7 46.1 30.4 70.7

2018-19 Advanced

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
26.1 11.8 5.6 17.3 11.8 32.2 2.2 50.5 54.2

 

I Texas Tech Red Raiders sono stati, senza mezzi termini, una delle più grandi rivelazioni della scorsa stagione NCAA: malgrado fossero orfani del loro talento di riferimento nella stagione 2017-18, Zhaire Smith, sono riusciti a migliorare il proprio record (31-7), classificandosi primi nella Big 12 e raggiungendo la Finale del Torneo NCAA. Una stagione eccellente, che non perde di valore neanche quando vengono menzionate le due sconfitte più pesanti dell’anno: l’eliminazione al primo turno del torneo Big 12 a opera di West Virginia e la sconfitta subita nell’ultimo atto della stagione contro Virginia.

Buona parte dei meriti per la stagione dei Red Raiders, oltre che a coach Chris Beard, è da attribuire a Jarrett Culver, leader tecnico e caratteriale di un gruppo che ha superato le più rosee aspettative degli addetti ai lavori. Il prossimo step per Culver sembra evidente: traslare a livello NBA quelle che sono state le qualità che gli hanno permesso di spiccare nel mondo NCAA.

Punti di Forza

Ciò che ha stupito di Culver, oltre alle sue innate doti di leadership all’interno di una squadra non necessariamente di prima fascia, è senza dubbio la sua multidimensionalità: può diventare un giocatore di successo a livello NBA grazie a un gioco che si sviluppa in più direzioni, che sembra garantire la certezza di renderlo un giocatore affidabile anche al di fuori del contesto NCAA. Culver gioca costantamente come se fosse molto più grande di ciò che realmente è: alto appena 194 cm, con un’importante apertura alare oltre i 215 cm, interpreta la gara come se potesse surclassare ogni avversario e questo, di fatto, è l’aspetto della sua pallacanestro dal quale si propagano tutti i suoi pregi: Culver attacca, difende e va a rimbalzo esattamente come se disponesse di mezzi fisici e atletici di assoluta elite.

Gioca letteralmente come se fosse 10 cm più alto.

La prima dimensione di Culver, quella che si è maggiormente sviluppata nel corso dell’ultima annata, è quella realizzativa: Culver sembra disporre di tutte le caratteristiche per essere uno scorer affidabile anche contro le difese NBA. Grazie a un’eccellente proprietà di fondamentali, un enorme QI cestistico e un ball-handling già sviluppato al punto da permettergli di andare quasi indifferentemente a destra e a sinistra, Culver è in grado di battere le difese in più modi: al ferro, con il palleggio-arresto-tiro e anche in post basso. In tutte queste situazioni di gioco la sua capacità “play bigger” viene sublimata, restituendoci al contempo l’idea di un giocatore praticamente sempre in controllo.

Sia in corsa che da fermo, sa costruirsi un vantaggio e mantenerlo fino in fondo anche assorbendo i contatti.

 

Sa come creare separazione e segnare un jumper dall’alto coefficiente di difficoltà.

Legge il mismatch e, con estrema calma, lo sfrutta.

Osservando l’ormai ex numero 23 di Texas Tech ci si rende conto, infatti, di come la sua pallacanestro non sia ipercinetica e dal ritmo brutale, di come preferisca prendersi il tempo di effettuare una scelta corretta, che sia per sé o per i compagni. E questo ci conduce alla seconda dimensione che stupisce del suo gioco: i suoi straordinari istinti di playmaking. Le sue statistiche a riguardo parlano chiaro: ha un’incredibile assist percentage superiore al 26%, colleziona quasi 4 assist a gara e ha una turnover percentage assolutamente limitata (11.8%) in relazione all’enorme numero di palloni che ha dovuto toccare nella scorsa stagione. Grazie al suo ottimo repertorio di arresti e finte, è spesso in grado di punire le scelte delle difese con delle letture pulite ed efficaci per i suoi compagni: il suo midrange game è tra i migliori dell’intero Draft e un suo futuro da point-guard è tutt’altro da escludere, soprattutto se affiancato a un’altra guardia a lui complementare per caratteristiche.

Dal post alto…

…E dopo un arresto che fa collassare la difesa.

Ma se l’aspetto offensivo del suo gioco ha fatto inarcare tanti sopraccigli nel corso dell’ultimo anno, l’aspetto difensivo è quello su cui Culver può provare creare un futuro NBA solido e duraturo: grazie al suo grande equilibrio sulle gambe, alle sue braccia lunghe, all’ottima mobilità laterale e agli istinti per la rubata (1.1 di media nell’ultima stagione), Culver sembra il prototipo dell’esterno difensivo moderno, capace di difendere indifferentemente almeno su tre ruoli. Quando, in transizione difensiva, riesce a recuperare il proprio avversario e mettersi tra lui e il canestro è un ostacolo pressoché insormontabile, grazie alla sua capacità di strozzare gli spazi dell’attaccante.

Tre Jones è più piccolo e rapido di lui, ma sa esattamente cosa fare per neutralizzarlo.

Anche lontano dalla palla sembra disporre degli istinti giusti per effettuare una rotazione efficiente ed equilibrata, aspetto sempre più ricercato nella pallacanestro moderna.

Tempo di aiuto perfetto, braccia lunghe, mani rapide: ne fa le spese addirittura Zion Williamson.

Se tutto ciò non bastasse, aggiungeteci pure che è un giocatore con un senso del dramma sportivo piuttosto marcato, che sa quando far salire di colpi la sua prestazione, e avrete ben presente perché il suo nome stimola così tanto gli scout NBA.

Una delle più belle giocate dell’intero torneo NCAA 2019.

Punti Deboli

Culver è solido sotto ogni aspetto del gioco, ma non eccelle realmente in nessun fondamentale: questo fa sorgere, in qualche scout, il dubbio che abbia un upside meno ampio di quello di altri prospetti del Draft, soprattutto se traslato in un contesto NBA. Quello che è il suo principale punto forte, ovverosia la capacità di giocare come se fosse sovradimensionato, potrebbe rivelarsi una parziale debolezza al piano di sopra: non dispone ancora di un fisico tanto solido da permettergli di assorbire ogni tipo di contatto a livello NBA ed essendo in possesso di mezzi atletici “normali” potrebbe pagare la rapidità e l’atletismo barbaro del livello superiore, soprattutto nei primi tempi.

Questo aspetto potrebbe riverberarsi anche sulla sua tendenza a prendere tiri dal midrange, che potrebbe essere punita dalle difese NBA. Ciò che appare evidente, infatti, è che le sue scelte di tiro necessitino comunque di un upgrade: non si fa problemi a forzare conclusioni che in NBA vengono considerate “poco pregiate”.

Midrange jumper contestato, un tiro che le tendenze NBA stanno provando ad estirpare.

Se l’impatto con la lega dovesse essere più traumatico del previsto, potrebbe aver necessità di dover accelerare il processo di modifica della sua meccanica di tiro, che al momento appare non sempre rapida e fluida. Il 30% da 3 punti e il 70% ai liberi da lui fatti registrare sono sintomatici di come ci sia del lavoro da fare da questo punto di vista e, con ogni probabilità, soprattutto nei primi mesi potrebbe dover aggrapparsi più che mai alle sue abilità da creatore di gioco e difensore per vedere il suo minutaggio crescere.

Upside

Per la sua caratteristica di possedere buonissimi fondamentali ma non eccellere realmente in nessun aspetto del gioco, Culver avrà probabilmente bisogno di almeno un altro attaccante efficiente accanto per massimizzare il suo talento: con un giocatore capace di aprirgli il campo, il suo midrange game potrà sbocciare definitivamente e lui potrà giovarne. Il numero 23 da Texas Tech, infatti, dispone di tutte le caratteristiche utili per diventare un secondo violino di livello, tra le quali spiccano senza dubbio il playmaking e una buona profondità di arsenale offensivo.

Non che da prima opzione offensiva se la sia cavata malissimo quest’anno.

Molto interessante per la sua crescita sarà, dunque, capire chi vorrà sceglierlo. Dal suo imprint con la lega passano alcuni nodi focali della crescita di un giocatore che, comunque, promette di poter avere impatto in qualsiasi contesto.

Draft Projection

Un talento con dei punti forti tanto marcati dal punto di vista tecnico, con un background scolastico di quel tipo e la sua attitudine a migliorarsi non poteva che scalare impetuosamente le gerachie di questo Draft fino alle soglie della Top 5. Il suo nome può essere spendibile tanto per i Lakers -che pur essendo detentori della quarta pick assoluta potrebbero usare la scelta come pedina di scambio nelle trade- quanto per i Cleveland Cavaliers, i  Phoenix Suns (in caso non dovessero arrivare a Garland) e i Chicago Bulls, che dispongono della quinta, sesta e settima scelta.
Che arrivi in un ambiente completamente da ricostruire o in un contesto già parzialmente strutturato, Jarrett Culver si prospetta come una pick solida per chiunque lo scelga.

Il suo nome, senza alcun dubbio, sarà uno dei più interessanti da seguire tra quelli che comporranno la prossima rookie class.

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Pubblicato da
Jacopo Gramegna

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