Curiosità

NBA, Damian Lillard: il ritorno del rapper di Oakland

E’ risaputo da tutti: una personalità di spicco, un vero leader, è spesso incline all’arte. E se l’aver raggiunto livelli eccelsi nel basket poteva già essere una dimostrazione in tal senso, per Damian Lillard tutto ciò non bastava.

Il nativo di Oakland ha una passione tutto sommato comune per gli standard NBA: il rap. Ma se gran parte di coloro che provarono a cimentarsi nel campo della musica fallirono, risultando semplici meteore che incisero qualche canzone meramente a scopo commerciale e d’immagine, per il playmaker dei Blazers non fu assolutamente così.

Il numero 0 coltiva la sua passione costantemente ed ha prodotto già due album. Il successo oltreoceano è alquanto elevato e se Dame D.O.L.L.A. non vi dice nulla probabilmente non siete particolarmente affini al rap.

Si perché questo è il nome con cui Dame si fa chiamare nelle vesti di rapper. Gli album di Lillard sono davvero significativi: non trovate le classiche storie del bullo di quartiere che racconta periodi difficili della propria vita legati a doppio filo ad un passato poco “pulito”.

I valori, la famiglia e l’umiltà sono i temi principali dei brani di D.O.L.L.A. che per la felicità dei fan ha twittato qualche giorno fa anticipando l’avvento di una nuova ed imperdibile canzone.

Una delle sue prime collaborazioni è quella con Paul Rey nel singolo ‘Bigger than us’, pezzo che merita una menzione particolare e potrebbe convertirvi al rap se non lo foste ancora.

Mentre il primo e personale album è stato composto nel 2016 e si intitola ‘The Letter O’ ed è probabilmente quello che ha ottenuto più successo. Lillard è da sempre legato alla lettera O, il nome dell’album ed il numero sulla maglia ne sono la più grande dimostrazione.

D’altronde Oakland è la sua città natale; Ogden, nello stato dello Utah, la città della “sua” Weber State University ed Oregon lo stato in cui ha costruito tutte le sue fortune.

Una passione nata ai tempi dell’high school ad Oakland da quanto racconta un suo ex compagno, Drake “Dupre” Green:

“Il nostro coach, Will Lew, era un producer. Ci permetteva di andare in studio e fare un po’ di casino. Penso che da quel momento è scoccata in noi una scintilla.”

Così invece si era espresso Dame in merito all’attenzione che dedica alla sua passione musicale:

“Beh se il presidente Obama trova il tempo di andare ad allenarsi in palestra perché io non dovrei trovare il tempo di rappare. Sono un giocatore NBA ma questo non vuol dire che non debba avere altri interessi e dedicargli il tempo che meritano.”

Il ragazzo californiano può essere sicuramente definito il miglior rapper della storia NBA e sembra proprio che in sala registrazioni metta la stessa intensità che è solito mostrare sui parquet della lega. Eppure potrebbe risultare strano che un ragazzo così ricco e con un tale successo possa essere interessato a parlare della vita di tutti giorni in modo pulito e semplice.

Le sue composizioni sono davvero dirette a tutti, di qualsiasi età ed estrazione sociale: non c’è alcun pericolo di influenzare negativamente chi ascolta i suoi brani con le cuffie ad alto volume.

La decisione di non aver mai voluto sposare cause sicuramente più redditizie sia in termini economici che di successi, cercando di creare una vera e propria personale dinastia in quel di Portland, ha adesso un’ulteriore e definitiva motivazione: Lillard è un ragazzo “pieno” di valori anzi, un rapper “pieno” di valori.

Per ora, almeno sino all’inizio della prossima pre-season, non sarà più tempo di fare cenno sull’orologio per indicare il Dame Time ma basterà prendere cuffie e microfono: It’s Flow Time!

 

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Pubblicato da
Carmine Borgia

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