Kawhi Leonard ha vinto per la seconda volta in carriera il titolo NBA e il premio di MVP delle Finals. Le vicissitudini del recente passato e le molte voci sul suo conto dopo il burrascoso addio a San Antonio sono alle spalle.
Le dichiarazioni nel post-partita del #2:
“Come ho detto al primo incontro con la stampa, ero concentrato sul presente qui e avevo il desiderio di scrivere la storia ed è ciò che ho fatto. Gioco pur sempre a pallacanestro, non importa con quale maglia sulla schiena. Sapevo di trovare una squadra talentuosa e sono arrivato con la giusta mentalità. Scrissi un messaggio a Kyle Lowry [dopo la trade]: ‘Facciamo qualcosa di speciale. So che il tuo migliore amico se n’è andato e ci stai male, ma facciamo in modo che tutto funzioni’. Oggi siamo qui.”
Il senso di riscatto personale è forte:
“Molte persone hanno dubitato di me. Pensavano stessi fingendo un infortunio o che non volessi giocare con una squadra. Tutto ciò che è apparso sui media mi ha deluso perché come dico sempre adoro questo gioco e non poter andare in campo è dura. Volevo essere felice e in pace con me stesso. Non mi interessa ciò che dice la gente dice sul mio conto, mi conosco come persona, so cosa provo. Non mi interessa l’opinione dei media […], non cerco titoli dei giornali. Sono cose che ho imparato in questi anni nella lega. Il premio di MVP? Davvero speciale. Non ho approcciato alla serie per vincerlo, è stato uno sforzo collettivo. Ho continuato a spingere e l’ho portato a casa io ma va condiviso.”
La continuità anche a livello fisico, nonostante qualche acciacco, lascia ben sperare:
“L’estate scorsa stavo ancora seguendo la riabilitazione. Volevo tornare in ottima forma, non giocarne cinque per poi farmi male nuovamente. Non sono stato in grado di giocare 82 partite di stagione, ma sono contento di essere arrivato a sessanta. Ho ricevuto molto supporto, a Toronto hanno capito subito la situazione e siamo partiti da lì.”
Un commento anche sugli ultimi minuti di gara, dall‘infortunio di Klay Thompson al tiro sbagliato da Curry sul 111-110 Raptors a 5″ dalla fine:
“Spero Klay stia bene, non voglio mai vedere amici che escono in quelle condizioni. Mi auguro possa recuperare e che non sia qualcosa di serio. Quando si è fermato ho pensato a lui e non alla partita. Una volta uscito siamo tornati a concentrarci sul provare a battere gli Warriors. Per quanto riguarda il tiro di Steph, sul momento non mi aveva preoccupato troppo. Li può segnare, certo, ne ha realizzati milioni di simili, ma da parte mia già pensavo al rimbalzo. Mi sono trovato in situazioni analoghe in passato, è capitato che perdessimo la partita di due o tre punti per un rimbalzo mancato, voi sapete la storia degli ultimi due possessi contro Miami.”
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Certo, hai scritto la storia per aver vinto contro la squadra più infortunata della storia delle finals. Ma non ti vergogni?