Road To Draft

Road to NBA Draft 2019: prospetti al di là dei numeri

Non è una NBA per lunghi?

Tacko Fall

Siamo di fronti all’erede di Yao Ming per dimensioni (229 cm e 140 kg, esattamente come il cinese alla sua ultima stagione NBA), un giocatore unico, ennesima storia di un africano trapiantato negli Stati Uniti, in una NBA però che da diversi anni sta andando verso una direzione totalmente differente rispetto a quella dei big men che sovrastano il pitturato e congestionano le spaziature.

Il nativo del Senegal viene da 4 stagioni a UFC chiuse a 11 punti di media 7.6 rimbalzi, 2.4 stoppate e il 75% dal campo in 23 minuti di utilizzo. Inutile girarci intorno, dentro l’area Fall è assolutamente inarrestabile quando riceve la palla e quando presidia l’area, anche l’MVP della stagione Zion Williamson ne sa qualcosa viste le difficoltà che ha avuto durante il secondo turno del torneo NCAA contro UFC.

Il problema per la sua squadra è quanto un giocatore di questo tipo sia vincolante per la sua presenza e difficile da gestire in una NBA che ha sempre vede sempre più le aree aperte con 5 giocatori sul perimetro. In attacco avere un giocatore come il prodotto della Liberty Christian Prep (FL) vuol dire servirlo in maniera costante al centro dell’area in quanto è difficile inserirlo in altre situazioni di gioco dinamiche come un pick and roll, oppure tenerlo lontano dal gioco e sfruttarlo per le sue grandissimi capacità di rimbalzo offensivo (14% di ORB% in carriera). Ma probabilmente è in difesa dove un giocatore del genere fa più fatica (vedi Boban Marjanovic, simile come tipologia), in quanto oltre a proteggere il ferro (sotto il quale non può vivere a causa dei 3sec difensivi) è attaccabile in qualsiasi altra situazione e pagherebbe anche con i pari ruolo i quali oramai hanno in molti sviluppato un tiro da tre punti efficace.

Secondo i rumors che arrivano dalle combine Fall avrebbe impressionato tutti per le sue misure (ovviamente) e per la sua applicazione in campo, sicuramente poi ci sarà qualcuno che al secondo giro tenterà l’azzardo in un Draft che non offre una grandissima profondità, da vedere poi come il giocatore riuscirà a ritagliarsi uno spazio al piano di sopra.

 

Mfiondu Kabengele

In questo caso siamo di fronte ad un giocatore completamente diverso e ci spostiamo di stato e in particolare a Florida State, dove gioca il nipote di Dikembe Mutombo, il canadese Mfiondu Kabengele. Il prodotto della Don Bosco Preparatory High School al suo secondo anno in NCAA ha prodotto una stagione con numeri davvero interessanti, sopratutto per i soli 21 minuti che Leonard Hamilton gli concedeva in campo: 13.2 punti, con 5.9 rimbalzi, 1.5 stoppate e il 37% da tre punti.

Con i suoi 208 cm e 220 di wingspan Kabengele si tratta di un lungo moderno in grado di occupare posizioni interne, non statiche, ma molto bravo a giocare anche sul perimetro, tirando da tre punti e attaccando il ferro. Anche in difesa il giocatore di Florida State è un fattore perché è in grado di cambiare anche sugli esterni mantenendo la sua efficienza come stoppatore.

I dubbi degli scout NBA in vista del prossimo Draft sono dovuti alla sua età, infatti il giocatore è un redshirt sophomore e il 14 agosto compirà 22 anni e sappiamo come almeno al primo giro le squadre tendano a puntare più volentieri su prospetti giovani e con un maggior potenziale da sviluppare (poi ovviamente questa non è una regola, sopratutto quando si parla di una tipologia di atleta di questo genere). Inoltre il sesto uomo dell’anno della ACC tende ad essere foul prone (3 a partita, praticamente 5 se rapportato su 36 minuti), cosa che spesso lo relega a vedere diversi spezzoni di partita seduto in panchina.

Il suo rendimento è salito nell’ultimo periodo tra Torneo di Conference e March Madness (17 di media con 5.3 rimbalzi, 2 stoppate e il 56% dal campo), e anche le sue quotazioni sono salite dopo le combine pre Draft, in questo momento il giocatore è dato verso le fine del primo giro dove diverse squadre potrebbero essere interessate ad un atleta di questo genere.

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Pubblicato da
Francesco Grisanti

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