Non è semplice ricordare un Draft NBA oscurato da un numero tale di avvenimenti. La prima vittoria nelle Finals di una squadra canadese, i due infortuni occorsi a Kevin Durant e Klay Thompson (due che avrebbero dovuto essere tra i principali protagonisti dell’estate), le voci su una possibile rivoluzione a Houston e, ovviamente, l’enorme clamore derivante dalla trade-Anthony Davis, che ha sconvolto gli equilibri della lega con degli effetti già estremamente visibili anche su questo Draft.
La scelta numero 4, inizialmente destinata ai Lakers, è stata inserita nel pacchetto che ha portato Davis via da New Orleans: non è detto, però, che rimanga nella Louisiana. Sono sempre più insistenti, infatti, le voci che vedono i Pelicans interessati a scambiare la pick. Atlanta, a sua volta, sta cercando con forza di salire nelle gerarchie di questa Lottery, scambiando due delle tre pick (probabilmente la 8 e la 10) a disposizione in questo primo giro. Proprio Atlanta era stata protagonista un paio di settimane fa di una trade che le aveva permesso di entrare in possesso della Pick numero 17 spedendo Taurean Prince a Brooklyn e sempre gli Hawks sembrano essere piuttosto intenzionati a scegliere, qualora restassero in possesso delle scelte, Cameron Reddish e Brandon Clarke (con cui hanno già effettuato un paio di incontri a cena): un eventuale scambio di scelte potrebbe, ovviamente, cambiare anche il destino al Draft di questi giocatori. Insomma, lo scenario è ancora in piena evoluzione malgrado le ore che ci separano dall’evento del Barclays Center siano pochissime.
Teniamoci, dunque, pronti ad assistere a trade che possono riguardare quelle squadre che hanno individuato uno specifico talento di questa classe e sono disposte a sacrificare qualcuno dei propri asset per arrivarci, non solo nelle prossime ore ma anche nel corso della nottata. Tra i giocatori che stanno riscuotendo maggiore interesse in questo senso ci sono sicuramente Darius Garland (che ha addirittura effettuato un workout dell’ultimo minuto a sopresa con i Knicks) e Jarrett Culver, che qualora la quarta scelta assoluta resti a New Orleans resta comunque il favorito per finire ai piedi della Top 3.
Proprio alla luce di queste notizie, considerate questo Mock come in continuo aggiornamento.
Di seguito presenteremo, usando le parole degli autori dei nostri pezzi di avvicinamento, quelli che secondo noi saranno i 30 nomi chiamati da Adam Silver nel Draft 2019. Per rivivere ciascun pezzo per intero vi basterà cliccare sul nome di ciascun prospetto (i nomi in verde sono quelli dei prospetti invitati ad assistere alla serata dalla Green Room).
1) New Orleans Pelicans – Zion Williamson (F, Duke, Freshman)
Zion è atteso in NBA con la chiara etichetta di futuro franchise player. Qualcuno ha addirittura osato spingersi oltre definendolo come un probabile game-changer, ovverosia come uno di quei giocatori che influenzano la lega così in profondità da generare dei trend che cambiano il modo in cui si gioca a livello NBA. Questo genere di etichetta, in ogni caso, potrebbe essere un po’ troppo gravosa anche per un predestinato come Williamson che, nel caso non dovesse vivere una carriera da perennial All-Star, rischierebbe davvero di ritrovarsi attorniato da giudizi che lo bollano come incapace di pareggiare le immense aspettative.
Attraverso lui, con ogni probabilità, passerà il futuro dei New Orleans Pelicans: David Griffin e Alvin Gentry potranno costruire attorno a Williamson il futuro di una franchigia che, prima della lottery, sembrava quasi essere prossima alla relocation.
2) Memphis Grizzlies – Ja Morant (PG, Murray State, Sophomore)
Mai nessun giocatore collegiale prima di lui era riuscito nell’impresa di chiudere una stagione con almeno 20 punti e 10 assist di media. Pochi dubbi: il prospetto da Murray State non difetta di talento e carattere.
La caratteristiche del suo gioco lo porteranno sin dai suoi esordi a gestire innumerevoli possessi, probabilmente anche quando la palla scotterà nei minuti di crunch time. Il suo destino sembra praticamente già scritto, con i Memphis Grizzlies, detentori della seconda scelta assoluta, che paiono già decisi a consegnargli le chiavi del proprio futuro.
3) New York Knicks – RJ Barrett (SG/SF, Duke, Freshman)
Durante la stagione NCAA, le sue quotazioni in vista del Draft sono leggermente scese più per meriti di altri che per suoi demeriti: nell’intero panorama NCAA nessuno è sembrato più pronto di lui sia fisicamente che mentalmente per il salto tra i professionisti. La sorte ha voluto che i New York Knicks, la squadra che aveva puntato una grossa parte della propria ricostruzione sull’arrivare ad avere la scelta #1 per arrivare a Zion Williamson, siano scesi di due posizioni e ora dovrebbero i maggiori indiziati per scegliere il suo compagno di squadra canadese.
4) New Orleans Pelicans – Jarrett Culver (SG/SF, Texas Tech, Sophomore)
Ciò che ha stupito di Culver, oltre alle sue innate doti di leadership all’interno di una squadra non necessariamente di prima fascia, è senza dubbio la sua multidimensionalità: può diventare un giocatore di successo a livello NBA grazie a un gioco che si sviluppa in più direzioni. Culver è uno scorer affidabile, un solido difensore e ha eccellenti istinti di playmaking. Gioca costantamente come se fosse molto più grande di ciò che realmente è: alto appena 194 cm, con un’importante apertura alare oltre i 215 cm, interpreta la gara come se potesse surclassare ogni avversario e questo, di fatto, è l’aspetto della sua pallacanestro dal quale si propagano tutti i suoi pregi: Culver attacca, difende e va a rimbalzo esattamente come se disponesse di mezzi fisici e atletici di assoluta elite.
5) Cleveland Cavaliers – Darius Garland (PG, Vanderbilt, Freshman)
La sua pericolosità offensiva, frutto anche di un ball-handling sopraffino, è senza dubbio il suo marchio di fabbrica. Il rovescio della medaglia è piuttosto evidente. L’estrema fiducia nel suo variegato arsenale offensivo l’ha portato, in varie circostanze, a forzare la conclusione. Si pensava che la lunga assenza dai campi potesse far scendere le sue quotazioni a tutto vantaggio di prospetti come Coby White. In realtà l’attenzione degli scout NBA nei suoi confronti resta alta.
6) Phoenix Suns – Coby White (PG/SG, North Carolina, Freshman)
Se la sua carriera si baserà principalmente sullo scoring, e sicuramente muoverà i primi passi in NBA come shooting guard, non è da escludere uno sviluppo – lento e che maturi negli anni – che lo porti a prendersi più responsabilità offensive, magari concedendo qualche tiro in più ai compagni e occupandosi di compiti di regia che adesso soltanto superficialmente gli appartengono.
7) Chicago Bulls – DeAndre Hunter (SF/PF, Virginia, Sophomore)
Un incredibile difensore che, grazie alla combinazione di altezza e atletismo, è in grado di marcare quasi tutti i ruoli. Hunter viene considerato spesso tra i prospetti più NBA ready di questo Draft. Sebbene il fatto che abbia qualche anno in più dei suoi colleghi sia considerato uno svantaggio, questo gli ha permesso di avere un gioco man mano sempre più definito.
8) Atlanta Hawks – Cam Reddish (SF/PF, Duke, Freshman)
Con 203 cm di altezza e 98 kg di peso Reddish rappresenta il prototipo della forward atletica che può allargare il campo di cui tutti in NBA sono alla ricerca in questo momento, e a prescindere da come sia andata la sua annata di college, questo fattore giocherà grandemente in suo favore. La strada per diventare un giocatore di grosso calibro è, però, senz’altro lunghissima: dovrà lavorare tanto e per prima cosa alzare le sue percentuali da 3 punti, in modo da preoccupare abbastanza i difensori avversari da poter poi usare contro di loro la preoccupazione di coprirlo dall’arco.
9) Washington Wizards – Sekou Doumbouya (SF/PF, France, Limoges)
Il principale punto di forza di Doumbouya è, senza alcun dubbio, il fisico. Con 206 cm per quasi 100 kg, è un’ala molto versatile e un atleta di altissimo livello. Oltre ad avere il fascino del prospetto internazionale, è anche il più giovane (compirà 19 anni il prossimo 23 dicembre) dei talenti che ci si aspetta faranno parte della Draft class di quest’anno. Questo lo rende un rischio ancora più grande per la squadra che sceglierà di scommettere su di lui, ma allo stesso tempo è garanzia di un grande margine di crescita.
10) Atlanta Hawks – Brandon Clarke (PF/C, Gonzaga, Redshirt Junior)
Quando un talento di questo genere incontra dei limiti così marcati non è mai semplice intuire in che direzione possa andare una carriera NBA: il talento puro sarebbe da borderline All-Star ma, al contrario, le sue dimensioni sembrano avere poco diritto di cittadinanza in NBA, soprattutto visti i pochi potenziali margini di miglioramento con cui ci arriva.
11) Minnesota Timberwolves – Nassir Little (SF, North Carolina, Freshman)
Nassir Little è un’ala piccola di grande versatilità, che può giocare anche da “4” in un quintetto small ball. L’atletismo e l’esplosività sono i dati che, a prima vista, emergono con maggior evidenza: il paragone più allettante è quello con Kawhi Leonard, con cui condivide il tipo di struttura fisica. Inizialmente potrebbe incontrare difficoltà e non essere subito in grado di portare il suo contributo.
12) Charlotte Hornets – Jaxson Hayes (C, Texas, Freshman)
Lungo dalle misure impressionanti (211 cm di altezza per 226 cm di wingspan) e dal talento tutto da esplorare che, nel corso dell’ultima stagione ha mostrato sprazzi di qualità intrigantissime: diventare un rim runner di livello, uno stoppatore affidabile e un solido lob target può spalancargli le porte per una lunga e remunerativa carriera NBA.
13) Miami Heat – Kevin Porter Jr. (SG, USC, Freshman)
Nella NBA gli scorer in 1 vs 1 del suo livello e con quell’atletismo fanno sempre comodo ma, allo stesso tempo, avere quell’unica dimensione nel proprio arsenale non è garanzia di successo nella lega cestistica più competitiva al mondo. Le contraddizioni che provengono dai suoi numeri al tiro non possono che aggiungere dubbi sulla sua reale dimensione: a livello di talento purissimo senza dubbio il prodotto di USC può ambire a un importante ruolo anche a livello NBA: tutto dipenderà da chi si troverà a plasmarlo, instradando il suo gioco verso la completezza.
14) Boston Celtics – Nickeil Alexander-Walker (PG, Virginia Tech, Sophomore)
Difesa, tiro da tre punti e la possibilità di fungere da secondo regista, queste sono le caratteristiche principali su cui deve lavorare il giocatore Canadese, con la possibilità quindi di affermarsi in primis come un ottimo 3&D e poi lavorare sul playmaking e sulla capacità di concludere al ferro e creare da palleggio per se stesso e per i compagni; percorso che ha fatto e con grande efficacia un altro giocatore arrivato in NBA dalla Virginia, sponda Cavaliers però, e cioè Malcolm Brogdon.