Siamo a fine giugno e tra poco più di una settimana si scatenerà il putiferio con l’apertura del mercato NBA e la sua free agency. Tra i diversi nomi ancora in ballo contiamo quelli di Kyrie Irving, Kevin Durant, Kawhi Leonard e Kemba Walker. Per dirne solo 4. L’unica cosa certa è che sarà di nuovo uno ‘spettacolo’ a suon di accordi milionari e mosse di mercato che potrebbero cambiare nuovamente gli equilibri all’interno della Lega.
In attesa di capire quindi cosa succederà, vogliamo provare a ricordare, in ordine strettamente cronologico, gli 8 migliori giocatori che hanno cambiato squadra durante la free agency.
8. Shaquille O’Neal – Los Angeles Lakers 1996
(credit to bestsportsshots.com)
Quando nell’estate del 1996 il contratto da rookie di Shaquille O’Neal con gli Orlando Magic si concluse, la sua carriera era in piena ascesa (grazie anche al contributo di Penny Hardaway, playmaker dei Magic col quale formava uno dei duo più promettenti dell’intera lega) e una qualunque delle squadre NBA avrebbe fatto carte false per averlo.
Al netto di tutte le proposte recapitategli durante la post-season, The Big Diesel si trovò a scegliere principalmente tra la stessa franchigia della Florida, che gli offriva $117 milioni in 7 anni, e i Los Angeles Lakers, che rilanciavano con un contratto più ricco ($122 milioni) della stessa durata. Furono proprio i californiani a spuntarla, ponendo le fondamenta per quella che poi, con gli arrivi di Kobe Bryant e Phil Jackson, sarebbe diventata una delle squadre più forti e rinomate di tutti i tempi, capace di conquistare tre titoli NBA consecutivi e frenata solo dai dissidi tra le due superstar della squadra, Kobe Bryant e Shaquille stesso: fu per questo che nell’estate del 2004 la dirigenza Lakers si trovò a dover “scegliere” tra i due, finendo per tenere con sé il Black Mamba e spedendo “l’altro” ai Miami Heat.
Nonostante ciò, a causa delle memorabili prestazioni di Shaq in gialloviola la squadra californiana ha deciso di ritirare la sua storica maglia #34 e di tributargli una statua in bronzo proprio fuori dallo Staples Center (dove il centro di Newark ha disputato la bellezza di 446 partite).
7. Michael Jordan – Washington Wizards 2001
A differenza di O’Neal, quando Michael Jordan passò ai Washington Wizards (dei quali era già comproprietario) nel 2001, nessuno aveva più nulla da chiedere alla sua carriera: il nativo di New York si era addirittura ritirato due anni prima, dopo l’ultima cavalcata trionfale con i Chicago Bulls che gli era valsa il suo sesto Titolo NBA, dichiarando che al 99.9 % non sarebbe più tornato a giocare in NBA. Gli scarsi successi della compagine di Washington D.C. (i Playoff non arrivavano da 4 stagioni) e la voglia di invertire quella tendenza di sconfitte riportarono His Airness sul parquet, sotto un contratto simbolico di un milione di dollari, devoluto in beneficienza alle vittime degli attacchi dell’11 settembre.
Rimasto ai Wizards per due stagioni, Jordan mantenne medie di circa 20 punti a partita con Washington squadra più seguita dai tifosi, spostando l’attenzione mediatica sul suo ritorno in campo e portando la Capital One Arena al tutto esaurito in ogni partita casalinga. Dal punto di vista dei successi, però, i risultati furono ben altri: MJ non riuscì a riportare la squadra ai tanto ambiti Playoff (dove Washington sarebbe tornata qualche anno più tardi grazie all’esplosione di Gilbert Arenas).
Al termine della sua seconda stagione dunque, dopo un’annata dedicata più che altro all’esibizione (simbolico l’All-Star Game, dedicato interamente alla sua figura) e ai tributi dei vari tifosi per il suo imminente addio alla pallacanestro, Jordan appese definitivamente le scarpe al chiodo, giocando la sua ultima gara da professionista il 16 aprile 2003 contro i Philadelphia 76ers di Allen Iverson.
Guarda i commenti
Quindi KD era la prima scelta, allor Greg Oden???