I Golden State Warriors hanno mancato l’aggancio a quello che sarebbe potuto diventare il quarto titolo negli ultimi 5 anni. Ad interrompere l’egemonia imposta dal club di Joe Lacob sono stati i Toronto Raptors, giunti al loro primo storico titolo trascinati da Kawhi Leonard. Il risultato finale della serie, conclusasi sul 4-2, non mente: i Raptors sono stati più forti sul campo e si sono meritati la vittoria, aiutati anche dai molteplici infortuni che hanno colpito la franchigia avversaria.
All‘infermeria degli Warriors si sono aggiunti: Kevin Durant infortunato al polpaccio destro in gara-5 contro i Rockets e poi vittima del terribile infortunio al tendine d’Achille, Klay Thompson a causa di un problema al bicipite femorale prima e della rottura del crociato sinistro poi, ed anche Andre Iguodala.
Proprio il numero 9 degli Warriors, è stato recentemente intervistato nel corso del programma radiofonico “The Breakfast Club”, dove ha parlato del suo nuovo libro e dell’infortunio, ma non quello avvenuto durante queste Finals. Bensì, quello che lo ha colpito nella post season del 2018, che lo ha tenuto fuori per le ultime tre gare della finale di Conference contro i Rockets e per le prime due gare delle Finals contro i Cavs. Queste le sue parole:
“L’anno scorso ho saltato le ultime tre gare nella serie contro Houston. Siamo andati in gara-7 e per poco non siamo usciti. Mi guardavano come per dire: ‘Quando tornerai?’. Avevo una frattura alla gamba, ma è stato descritto come se fosse una semplice contusione. Combattevo contro il team, contro le persone, contro i media. E tutti i miei compagni ogni giorno mi chiedevano: ‘Come stai, come stai?’ “
Iguodala si è espresso anche sull’ex allenatore Mark Jackson:
“Noi giocatori eravamo grandi fan di Mark, si comportava come se fosse l’ultimo dei giocatori. È stato uno dei miei allenatori preferiti, ti metteva sempre nella migliore posizione per guadagnare più soldi.”
Ed infine anche sul suo nuovo libro, intitolato The Sixth Man:
“È stato un bel percorso per me, e vedere il mio libro finito è stato come vincere un titolo. Chi l’avrebbe mai detto che sarei riuscito a fare una simile? Sono sempre stato un lettore, fin da piccolo, quindi questo libro significa molto per me.”
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