Miami Heat

Mercato NBA, Jimmy Butler a Miami all’interno di una sign & trade a 4 squadre

Quando ormai la prima nottata di free agency sembrava essersi stabilizzata, ecco un’altra bomb che ha scosso il mercato NBA: infatti Jimmy Butler è finito ai Miami Heat attraverso una sign and trade che ha visto coinvolte altre 3 squadre, i Philadelphia 76ers, Portlan Trail Blazers e Los Angeles Clippers.

Butler lascia quindi i Sixers dopo meno di una stagione per accasarsi in Florida dove firmerà un contratto quadriennale da $142 milioni con la franchigia di Pat Riley. Le due parti erano state molto vicine anche all’inizio della scorsa stagione, quando i problemi fra il prodotto di Marquette e i Minnesota Timberwolves erano diventato insostenibili, senza che però le squadre fossero riuscite a trovare un accordo.

Per assorbire il contratto dell’ex Chicago Bulls, i Miami Heat hanno coinvolto 3 squadre, spedendo ai Philadelphia 76ers Josh Richardson, uno dei migliori per Eric Spoelstra nella scorsa stagione (16.6 punti di media con il 36% da tre punti, un ottima controparte per i Sixers), mentre ai Portland Trail Blazers arriverà Whiteside e il suo contratto pesantissimo in cambio di Leonard che va in Florida.

Inizialmente sembrava dovesse essere coinvolta anche Dallas, con l’arrivo in Texas di Goran Dragic, andando a formare una coppia romantica con Luka Doncic, ma poi la stessa franchigia ha preferito non farsi carico di un contratto pesante come quello della point guard slovena.

I Clippers invece con questa mossa ricevono Moe Harkless e una scelta al primo giro del Draft NBA.

Inoltre per far quadrare i conti i Miami Heat dovranno anche stretchare il contratto di Ryan Anderson che chiamerà 21 milioni per la prossima stagione.

Una mossa importante per i Miami Heat, il cui mercato potrebbe non essere finito visto un roster con diverse lacune dopo questa operazione, che hanno deciso di puntare su Butler e sulla sua leadership, sacrificando due pedine importanti della propria squadre nelle ultime stagione. la parola ora passerà al campo.

 

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  • I Sixxers hanno perso Butler e Redick, hanno guadagnato Josh Richardson e Al Horford, rifirmato Harris, anche se ad una cifra per me mostruosa per il valore assoluto del giocatore.. Insomma, the process è finito qua, sarà difficile cambiare questo roster senza sacrificare Embiid o Simmons in futuro, visti i contrattoni di Tobias e AL, ma resta una squadra molto molto forte, con la possibilità di giocarsela nel 2020 per le finals, prima che torni Durant a Brooklin, o che crescano ancora i celtics (gli unici ad avere ancora contemporaneamente una squadra forte, assets futuri e tanti giovani in crescita, tra le squadre che hanno lottato per qualcosa negli ultimi anni).
    Se Leonard va a Los Angeles, i Sixers potrebbero giocarsela davvero con Milwakee in finale di conference. Hanno giocato bene le carte che gli erano rimaste, d'altra parte Horford è un'ala grande, a Boston spesso doveva fare il centro e sa far molto bene anche quello. Con un giocatore come Embiid affianco, sarà molto più libero di essere letale anche in attacco.
    Da tifoso biancoverde mi dispiace che Horford abbia preferito qualche soldo in più a un progetto comunque di grande rispetto, nonostante l'offerta molto alta di Boston, considerati i 33 anni del giocatore, ma per i Celtics forse è meglio così.
    Loro hanno bisogno di un centro e anche se prendere uno tra Lopez, Looney o Kanter sarebbe una soluzione provvisoria, rimane ogni possibilità per il futuro, a cominciare dalla dead line di febbraio, che quest'anno è stata decisiva per i Raptors, i Bucks e i Sixers.
    Eppure il mercato NBA è ancora cominciato, può succedere ancora qualcosa di eclatante.

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Pubblicato da
Francesco Grisanti

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