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NBA, Kemba Walker ha spiegato il suo addio agli Charlotte Hornets

In una delle free agency più movimentate di sempre, sono tanti i giocatori che hanno deciso di cambiare aria nel tentativo di vincere l’agognato anello. Uno di questi è Kemba Walker che è pronto ad iniziare la sua nuova avventura ai Celtics, senza dimenticare, però, tutto l’affetto ricevuto a Charlotte:

“È stata sicuramente una delle decisioni più difficili della mia vita”, ha detto Walker in conferenza stampa “La comunità di Charlotte è sempre stata fantastica con me, mi piaceva giocare per loro e davo il 100% ogni notte per provare a regalare una vittoria. Il mio tempo lì però era finito ed ora sono entusiasta di iniziare un nuovo capitolo”.

Kemba Walker è stato draftato nel 2011 da Charlotte (in quel periodo erano ancora Bobcats, ndr) e ha collezionato 3 apparizione all’ All-Star Game inclusa l’ultima, nel 2019, dove ha giocato sostanzialmente “in casa” davanti ai suoi tifosi che lo hanno osannato per 8 stagioni.

Walker non ha mai superato il primo turno di Playoff ma è stato il giocatore chiave che ha riportato entusiasmo a Charlotte dopo tante stagioni davvero deludenti: nel 2011 i Bobcats hanno finito con un record di 7-59 durante la stagione registrando la peggiore percentuale di vincita NBA di sempre. La scelta di puntare più in alto è sicuramente comprensibile e i Celtics sono pronti ad accoglierlo:

“Boston è una delle franchigie più vincenti di sempre, basta alzare la testa per vedere quante leggende hanno vestito e vinto con questa maglia. Voglio provare anche io quella sensazione.”

Walker lascia Charlotte come miglior marcatore nella storia della franchigia, con una media di 19,8 punti e 5.5 assist e 605 presenze in regular season. Il 29enne nella scorsa stagione ha viaggiato a 25.6 punti di media con 43.4% al tiro, numeri che gli sono valsi la prima inclusione in un quintetto All-NBA

 

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Guarda i commenti

  • Sappiamo bene che non ha il talento di Irving, ma sappiamo altrettanto bene che quando è in palla è inarrestabile, molto più dell'ex numero 11, tanto da costringere tutte le squadre NBA a raddoppiarlo, tranne Boston, "chissà perchè?" Si Chiedeva Kyrie, su cui già era sempre in aiuto tutto il quintetto...se raddoppiavano anche Kemba, nei cambi difensivi rischiavano di averne sempre due liberi...
    Rispetto a Rozier è un miglioramento pazzesco, rispetto a Irving può essere un miglioramento decisivo per la capacità di giocare di squadra e una miglior abilità difensiva (non è un difensore d'elite, ma non dovrebbe necessariamente esserci bisogno di giocare sempre con Smart per compensarne le carenze).
    E' il giusto compromesso tra stella e uomo di squadra, l'ideale per puntare senze ripensamenti sulla coppia Brown - Tatum, con il buon kanter doppia doppia e sperando nel recupero pieno di Hayward e nella crescita brucia tappe di Carsen Edward, Grant Williams, Romeo Langford e ... Tacko Fall?
    Secondo me siamo da finale di conference.

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Pubblicato da
Lorenzo Milella

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