Nel 2012 i Los Angeles Lakers parevano avere tutti gli ingredienti necessari per andare alla conquista dell’ennesimo titolo NBA. La realtà, però, fu ben diversa. Nonostante gli ingressi di Steve Nash e Dwight Howard, i gialloviola dovettero far fronte a numerosi problemi fisici e soprattutto al rapporto difficile tra l’ex centro degli Orlando Magic e Kobe Bryant. Il lungo, ai tempi, era un ‘crack’ nelle Lega, pronto a prendersi il tanto agognato anello, ma la chimica con Kobe non è mai entrata in azione.
L’ex numero 24 arrivò a non sopportare più Howard definendolo pubblicamente come un giocatore dall’approccio “soft”. In una intervista rilasciata ad una trasmissione americana, Dwight è intervenuto ricordando i momenti difficili in maglia gialloviola e il suo rapporto con Kobe:
“Penso che avevamo due mentalità differenti ai tempi… e non aveva mai visto una persona come me che si diverte a giocare a basket e allo stesso tempo non è così troppo, come dire, “Mamba”. Io non sono così, quindi posso capire che per lui è stato strano giocare con uno come me. Ho giocato con diversi giocatori esperti nel corso del tempo: ai Lakers io ero solo un ragazzo arrivato lì per cercare di far conquistare un altro titolo. Lui poi ha fatto un commento etichettandomi come ‘soft’ e ho odiato questa cosa per diversi anni. Penso che si riferisse più alla mia mentalità e non su un contesto fisico o su come stavo in campo. E non ho capito cosa mi volesse dire a causa della frenesia che avevo intorno a me. L’ho odiato. L’ho odiato per un momento. Poi ho capito il perché e ho interiorizzato questa cosa. Tutti raggiungono un certo livello di maturità con tempi diversi e penso che quando ero ai Lakers non ero ancora al suo livello. Quindi voglio dire che apprezzo Kobe, grazie per avermi detto che ero ‘soft’. Non l’ho mai capito fino in fondo. “
LEGGI ANCHE:
Tutti i free agent ancora disponibili sul mercato NBA
Mercato NBA, Il fratello di Antetokounmpo firma per i Los Angeles Lakers
NBA, Oklahoma City: minacce di morte a Sam Presti
Guarda i commenti
C'era poco da capire, Kobe era stronzo e bisognava avere l'ego di shaq o la personalità di gomma di Gasol per averci a che fare.