Il calvario di Melo sembra non conoscere fine e, l’ultima nota negativa è arrivata solamente qualche giorno fa: il team USA ha deciso di non puntare su di lui per i prossimi mondiali, che si terrano dal 31 agosto al 15 settembre 2019 a Pechino.
Per rinfrescarvi la memoria su come il dieci volte All Star sia giunto così in basso, ripercorriamo brevemente le “tappe” del suo declino. Nell’estate 2017 rompe definitivamente con la franchigia newyorkese, in cui ha giocato per 6 stagioni, e chiede la trade. Viene accontentato con il passaggio agli Oklahoma City Thunder, in cui rimane solamente un anno, in quanto viene spedito agli Atlanta Hawks. Improvvisamente, dopo soli 11 giorni, Anthony viene tagliato fuori dalla franchigia della Georgia. I Rockets decidono di accoglierlo, ma a metà Novembre e con 10 partite sulle spalle viene messo fuori rosa. Nel Gennaio di questo anno passa, infine, ai Chicago Bulls, ma anche qui accade l’inaspettato: dopo 10 giorni viene tagliato anche dalla franchigia dell’Illinois.
Anthony è ancora alla ricerca di una nuova squadra per la prossima stagione ed il suo trainer, Chris Brickley, si è pronunciato via Heavy.com sperando di mandare un segnale forte e chiaro alla lega:
“Carmelo è ancora superiore al 60,70% dei giocatori NBA in attività. La questione è che le squadre hanno paura di sentirsi dire ‘Voglio essere titolare’. Questo non è il caso, Melo vuole solamente una stagione di addio, vuole replicare ciò che Wade ha fatto. Fare un cambio di maglia. Ha avuto una grande carriera, quindi speriamo che si possa fare.”
Avete letto bene, la carriera di Carmelo Anthony può essere giunta al traguardo. Tutti speriamo che, almeno il finale, possa essere dignitoso.
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Se fosse vero che è nella fascia alta dei giocatori, non sarebbe stato tagliato da OKC. Purtroppo Melo è un giocatore che dalla panchina rende molto meno che partendo da titolare. Avrebbe bisogno di giocare molti palloni, ma questo non è più possibile. E nessuna squadra NBA lo vede più come titolare.