Ospite della trasmissione The Jump, in onda su ESPN, Marcus Smart ha spiegato le complesse dinamiche di squadra che hanno fatto da sfondo alla difficile annata dei biancoverdi. Attenzione particolare riservata alla discussa leadership di Kyrie Irving, dall’anno prossimo avversario in maglia Brooklyn Nets.
Riportiamo di seguito alcuni estratti dell’intervista televisiva:
“Voglio essere chiaro: noi sappiamo — come del resto lo stesso Kyrie — che non ha giocato sugli standard che lui avrebbe voluto mantenere. Tuttavia, ci sono altri quattro giocatori in campo con lui e c’è una cultura. Siamo una squadra e non si può dare la colpa a un singolo. Ci sono cose che ognuno avrebbe potuto fare meglio per aiutare non solo Kyrie […]. Per me — non posso parlare a nome di altri—, Kyrie è stato un ottimo compagno di squadra. Tutti sanno cosa ho passato con la perdita di mia madre e Kyrie è stato uno dei primi a chiamarmi e a mandarmi messaggi. Una volta tornato a Boston mi ha preso da parte e abbiamo parlato. Per quanto riguarda la pallacanestro, mi ha aiutato a rallentare il gioco e capirlo meglio. […] Gli ho voluto bene per questo, non è stato capito. Sì, siamo stati disfunzionali, è dura ammtterlo per dei ragazzi, soprattutto se atleti, ma dobbiamo guardarci allo specchio […]. Non credo che la questione ‘culture’ sia una str*****a. Tutti cercavano di aiutare la squadra, ma nessuno sapeva esattamente cosa fare.”
Le difficoltà sono alle spalle e Smart, chiamato nel roster di Team USA per il raduno pre-Mondiale, scopre le carte:
“Penso al 100% che gli avversari ci sottovaluteranno e a essere sinceri è così che ci piace. L’anno scorso senza Kyrie siamo stati a un quarto dalle Finals e possiamo farcela. La proverbiale scimmia sulla spalla rappresenta la motivazione extra di cui abbiamo bisogno per superare l’ostacolo.”
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Kemba Walker probabilmente più funzionale di Irving al gioco dei Celtics. Purtroppo però hanno perso Horford.
Horford e' un grande, ma quando un lungo ultratrentenne vuole far cassa, assicurandosi un ricco e lungo contratto, dopo aver per altro gia' guadagnato oltre il suo status, e' saggio essere prudenti e non chiudersi la possibilita' di rinnovare i giocatori in rookie scale. Per quanto riguarda Irving, nessuno vuole perdere, la colpa non e' solo sua, ma lui dovrebbe essere un super all star, ora dovra' dimostrarlo altrove. Smart e' uno dei giocatori piu' importanti dei Celtics, ma lo vedo piu' come sesto uomo, non sarebbe stato titolare quest anno se al posto di Irving ci fosse stato un play che sa anche difendere e lo stesso discorso vale per Morris, se al posto di Al ci fosse stato un centro in grado di prendere i rimbalzi.