3. Joel Embiid
La storia di Joel Embiid è piuttosto diversa dalle storie di infanzie difficili o di redenzione cui l’NBA ci ha abituato. Piuttosto, è una storia davvero insolita, che ha raccontato in prima persona con un articolo su The Players’ Tribune e che noi abbiamo tradotto qui.
Embiid ha infatti iniziato a giocare a basket a 16 anni, un’età alla quale molti ragazzi americani stanno iniziando a pensare in quale college giocare. Come ha fatto quindi il centro dei Sixers a diventare una delle maggiori stelle della Lega nel giro di qualche anno? Secondo lo stesso giocatore, mettendo in pratica in palestra i movimenti di Hakeem Olajuwon e di Kobe Bryant, giocatori che considera come suoi idoli.
“Avevo questo DVD che il mio allenatore in Camerun mi passò via mail appena arrivato in America. Era un video lungo un’ora con Hakeem Olajuwon e altri leggendari centri. Credo di aver guardato il DVD quasi ogni giorno per tre anni di fila. Studiavo il modo in cui Hakeem si muoveva, poi provavo a imitarlo in palestra. In qualche modo mi convinsi di essere Hakeem.”
“[…] Il momento più surreale è stato quando Kobe si ritirò, giocando la sua ultima partita a Phila. Dopo la partita, allestirono una piccola stanza per parlare fra di noi per qualche minuto. Come entrò gli strinsi la mano dicendogli: ‘Ehi, so che probabilmente lo sentirai spesso dire, ma ho letteralmente iniziato a giocare a basket grazie a te sette anni fa. Ogni volta che tiravo la palla al campetto urlavo KOBEEEEE!’
Rise, poi parlammo per un po’. Alla fine, prima di andarsene mi disse la cosa più Kobe possibile. Per molte persone potrebbe non significare molto. Ma per me era surreale. Era come essere in un videogioco o qualcosa del genere. Disse, in classico stile Kobe: ‘O.K., ragazzo mio. Continua a lavorare. Continua a lavorare’”.