2. Brooklyn Nets
Una nuova fase è iniziata a Brooklyn e adesso i Nets non possono più nascondersi: passare nello spazio di 12 mesi dal non fare i playoff al firmare due dei tre free-agent più ricercati del mercato li porta a dover esplorare una nuova dimensione, quella della reale competitività ai massimi livelli della lega.
Firmando Kevin Durant e Kyrie Irving, Brooklyn ha lanciato un messaggio chiaro all’intera NBA e ora è costretta a evolvere: lo straordinario laboratorio cestistico costruito negli ultimi anni da Sean Marks e Kenny Atkinson dovrà ben presto tramutarsi in una powerhouse, capace di far fronte una sera sì e l’altra pure alle pressioni derivanti dall’hype che questa estate ha generato.
La scelta di rinunciare a un All-Star fatto in casa come D’Angelo Russell in nome dell’immediata possibilità di competere riflette la spregiudicata aggressività di Sean Marks e mette la sponda nera di New York nelle condizioni di poter sognare come mai le è accaduto nel suo recente passato.
Si sono viste estati peggiori, soprattutto a Brooklyn.
La regular season 2019-20, però, presenterà l’enorme asterisco derivante dall’assenza per infortunio di Durant: un aspetto che, per certi versi, potrebbe anche aiutare coach Atkinson a gestire la transizione in maniera più morbida ed efficace.
Gli arrivi di DeAndre Jordan, Taurean Prince e Garrett Temple permettono a Kyrie Irving di potersi insediare in un roster già più forte di quello a disposizione di Atkinson lo scorso anno ma comunque non abbastanza forte da poter lanciare un reale assalto alle NBA Finals già da questa stagione.
Gran parte del lavoro del coaching staff dovrà quindi, con ogni probabilità, soffermarsi sulla ricerca di quegli uomini che, a partire dal 2020-2021, dovranno far parte della rotazione da affiancare a Irving e Durant per un reale assalto a quel titolo NBA che permetterebbe ai Nets di completare un process made in Brooklyn rapidissimo, che potrebbe realmente fare scuola.
Di questo nucleo farà, di certo, parte Caris LeVert, rinnovato in estate a cifre a dir poco interessanti. LeVert è un giocatore che tutti speriamo di poter vedere definitivamente sbocciare dopo i tantissimi e pesantissimi problemi fisici. Assieme a lui, ovviamente, occhi puntati anche su Spencer Dinwiddie, che sicuramente dovrà dimostrare di poter confermare l’ottimo status raggiunto nelle ultime due stagioni in una squadra di rango nettamente superiore. Nelle aspettative di Marks e Atkinson, Dinwiddie e LeVert dovrebbero alternarsi nel ruolo di terzo violino della squadra quando arriverà il reale momento di competere: le sue caratteristiche sembrano il perfetto collante tra le qualità di Durant e Irving e le prerogative del sistema strutturato da Atkinson. Questa stagione ci dirà, dunque, molto della sua reale spendibilità in quel ruolo.
Come fate a non volere nemmeno un po’ di bene a un giocatore così, dopo tutto ciò che gli è successo?
Ciò che appare pressochè certo di questi Nets è che l’idea tattica di Atkinson resterà praticamente invariata e, se possibile, potrebbe trovare terreno fertile nei nuovi arrivati: la ricerca del tiro da tre punti, se possibile, si farà ancor più scientifica ed efficiente grazie al miglioramento qualitativo dei membri del roster e anche le caratteristiche difensive dei nuovi innesti sembrano poter fornire le giuste garanzie di versatilità per permettere all’allenatore di Brooklyn di continuare a mettere in mostra quella difesa a zona che tanto ha caratterizzato la sua gestione negli anni scorsi.
Comprendere il reale stato di forma di DeAndre Jordan (firmato con un quadriennale e quindi legato a doppio filo alla competitività reale della squadra), oltre valutare l’effettiva possibilità di prolungare il contratto di Prince, sorvegliare la maturazione sia di LeVert che di elementi apparentemente in secondo piano come Musa e Kurucs saranno aspetti decisamente più rilevanti di quanto possiate credere per l’edizione 2019-20 dei Brooklyn Nets.
Gli anni della ricostruzione a Brooklyn sono finiti: sta per iniziare la stagione del cesello, della ricerca del dettaglio vincente. Anche senza Durant questa squadra può e deve puntare ai playoff e, con un po’ di fortuna, potrebbe anche puntare a raggiungere un posto tra le prime quattro della Conference. Con ogni probabilità il tempo del reale assalto alle Finals comincerà a scorrere tra un anno, ma i tifosi Nets possono approcciare la nuova stagione con un entusiasmo che mancava sulla loro sponda dell’Hudson da sin troppe stagioni.