5. Toronto Raptors
I Toronto Raptors avevano un solo obbligo nella loro estate post-titolo NBA: provare a trattenere chi aveva permesso loro di essere competitiviti proprio in ottica anello, ovverosia Kawhi Leonard.
Masai Ujiri, GM della squadra, ci ha provato in ogni modo ma come ben saprete, l’obiettivo non è stato portato a termine e Toronto ha solo potuto lavorare su piccoli dettagli del proprio roster: gli arrivi di Rondae Hollis-Jefferson, Cameron Payne, Stanley Johnson e Matt Thomas spostano davvero poco nell’economia complessiva di un team che, pur perdendo la sua stella resta piuttosto competitivo nella Eastern Conference.
Il roster, infatti, è stato confermato praticamente in toto e questo ci potrebbe permettere di apprezzare l’ultima stagione dei Raptors con questa ossatura: i contratti di Lowry, Ibaka e Gasol sono in scadenza e Pascal Siakam è decisamente pronto a salire di livello, compiendo nuovi passi avanti sul suo percorso di crescita cestistica e assurgendo allo status di All-Star.
Il meglio della stagione del Most Improved Player 2019, atteso alla definitiva consacrazione.
Proprio dall’ala camerunense, infatti, è lecito attendersi una stagione di ascesa in termini di leadership e di esplorazione delle proprie potenzialità inespresse. In un contesto codificato e ben allenato come quello di Toronto potranno crescere i giocatori caratterizzanti della phase 2 della gestione di questa franchigia secondo Ujiri: oltre a Siakam e VanVleet (atteso a un ricco rinnovo proprio come il #43), occhio quindi a OG Anunoby, nella scorsa stagione sin troppo sfortunato e frenato dagli infortuni.
I Raptors restano comunque talentuosi ed esperti a sufficienza per poter centrare agevolmente una piazza playoff e – grazie a un po’ di fortuna e alla giusta focalizzazione dei propri veterani- questo gruppo può provare a presentare la propria candidatura in ottica fattore campo a Est. In entrambe le metà campo, infatti, i Raptors dispongono delle armi per poter dare battaglia contro quasi chiunque e per poter veleggiare su livelli non troppo lontani da quelli pre-Kawhi Leonard.
Replicare gli straordinari risultati maturati nella scorsa stagione è, ovviamente, una prospettiva semi-impossibile o ma la squadra sembra solida abbastanza da poter concedere al vecchio core della un’uscita di scena di tutto rispetto, accompagnata a un percorso di ricostruzione che può trovare negli interpreti sopra citati i volti di un nuovo corso.
Masai Ujiri e Nick Nurse sono i depositari di quella cultura cestistica così faticosamente costruita da Toronto nel corso degli ultimi anni, oltre che gli uomini perfetti per condurre la transizione della franchigia dell’Ontario verso un futuro che, comunque, potrebbe avere meno insidie di quelle che al momento potremmo scorgere.
Una stagione “di transizione” nella quale comunque i playoff non sono a rischio non corrisponde, generalmente, al sogno di una squadra NBA reduce dal titolo NBA ma, nel caso di questi Raptors, è davvero difficile ipotizzare di meglio. E probabilmente all’ambiente va anche bene così.
Il meglio della meravigliosa cavalcata playoff dei Raptors nello scorso anno.