Los Angeles Clippers
I Los Angeles Clippers non scorderanno facilmente l’estate appena trascorsa. L’off-season 2019 resterà per sempre nella loro storia come il momento in cui la metà meno nobile di Los Angeles è finalmente riuscita a uscire del tutto dal cono d’ombra dei Lakers, guadagnandosi non solo lo status di potenziale contender ma anche l’etichetta di squadra appetibile per i migliori giocatori della lega grazie a una programmazione impeccabile e a un progetto intrigantissimo.
Gli arrivi di Paul George e Kawhi Leonard, oltre ad aver definitivamente cambiato la narrativa attorno ai Clippers, si inseriscono in un roster che dispone della continuità tecnico-tattica, della profondità e degli attributi caratteriali per provare davvero l’assalto all’anello. Le due star, infatti, andranno a inserisi in un contesto che ha preservato praticamente tutti i propri punti di forza e di continuità con il passato, dovendo sacrificare i soli Gilgeous-Alexander e Gallinari sull’altare della competitività.
Lou Williams e Montrezl Harrell, oltre a essere due dei migliori giocatori in uscita dalla panchina della intera NBA, sono anche gli interpreti di uno dei più inarrestabili pick-and-roll della lega. Negli spot di guardia, Patrick Beverley è uno dei migliori difensori perimetrali in circolazione oltre che un tiratore da oltre 38% sugli scarichi, Landry Shamet può già essere considerato come un solidissimo tiratore puro. Tra le ali, JaMychal Green e il neo arrivato Mo Harkless portano esperienza, lunghezza e impatto nella metà campo difensiva. Inoltre sono stati rinnovati Ivica Zubac, che si candida a essere il centro titolare della squadra, e Rodney McGruder che può allungare con costrutto la rotazione degli esterni, soprattutto in regular season.
Un roster profondo ed esperto nel quale ad arrancare, con ogni probabilità, saranno i giovani Jerome Robinson e Mfiondu Kabengele, entrambi volutissimi dal board angeleno ma forse un po’ troppo indietro a livello di timeline rispetto alla propria squadra.
Immaginate questo pick-and-roll con George, Leonard e Shamet pronti a punire le scelte della difesa sul perimetro.
Su questa ossatura solida e massiccia vanno a inserirsi due dei migliori giocatori del mondo nel loro prime: George e Leonard, infatti, sembrano davvero poter essere perfettamente compatibili con questo ecosistema in entrambe le metà campo. Sia in attacco che in difesa, infatti, questi Clippers sembrano potersi imporre immediatamente come una squadra d’elite della lega: non stupitevi di ritrovarli nelle top 8 per rendimento su ambo i lati del campo.
Il tutto sotto la guida illuminata di Doc Rivers, che ha già mostrato di saper maneggiare con successo squadre costruite per provare scalate istantanee.
I più grossi punti di domanda su questa squadra sono essenzialmente tre: la mancanza di un po’ di peso sotto canestro che potrebbe risultare ancor più rilevante in una serie di playoff giocata contro i lunghi più dominanti della lega, un po’ di carenza di playmaking puro e, elemento più importante tra tutti, la condizione fisica delle due stelle.
Se sui primi due punti sarà Doc Rivers a dover lavorare costruendo quintetti al contempo versatili e capaci di effettuare le giuste scelte (cosa assolutamente non impossibile visti i giocatori a roster), sul terzo punto è lecito per i tifosi Clippers avere qualche patema: Paul George sta ancora soffrendo per i problemi alla spalla che lo hanno costretto a non essere al 100% nella fase finale della scorsa stagione e resterà fuori per le prime settimane di regular season, mentre Leonard è reduce da una stagione in cui si è amministrato giocando solo 60 partite dopo un’annata quasi completamente ai box.
Malgrado tutto, però, i Clippers sembrano davvero abbastanza forti da poter viaggiare a velocità di crociera in regular season e provare ad accelerare con veemenza ai playoff: non stupitevi, quindi, di vederli arrivare magari secondi nella Division e terzi nella Conference. Un piano che potrebbe contraddistinguere sia questa che la prossima stagione degli angeleni che, adesso, sono davvero obbligati a mostrare sul campo che meritano lo status di contender a cui ormai tutti gli osservatori li hanno elevati.
Lo stato d’animo di Steve Ballmer alla presentazione George e Leonard la dice lunga sulle aspettative nei confronti di questi Clippers.