Dopo la rovinosa sconfitta contro i Los Angeles Clippers con il risultato di 122-141, per i Golden State Warriors sembra sia cominciata un’era diversa da quella abituale. A lanciare un messaggio d’allarme ci ha pensato anche Steve Kerr. Il coach della compagine di San Francisco ha infatti commentato nel post-partita che sarà un anno decisamente diverso dagli ultimi 5:
“Quella di oggi contro i Clippers non è stata una serata storta, questa è la realtà che ci attende in NBA, la normalità per molti. Gli ultimi cinque anni abbiamo avuto la fortuna di vivere in un mondo che in realtà non esiste… Non funzionano così le cose nella Lega. Abbiamo nove giocatori del roster al di sotto dei 23 anni d’età. Stiamo ripartendo da zero”
Anche Stephen Curry, faro degli Warriors che ha chiuso la serata con 23 punti (ma un 2/11 sanguinoso dall’arco, ndr), ha sposato la stessa linea del suo coach:
“Potrei tranquillamente rispondervi che è soltanto la prima di 82 partite, ma non voglio usare la scorciatoia più semplice. Ci sono delle cose lampanti che dobbiamo correggere se vogliamo iniziare a vincere delle partite di pallacanestro”.
Draymond Green ha poi chiosato ogni questione con una dichiarazione delle sue:
“Non sono il tipo di giocatore che si accontenta delle vittorie morali, abbiamo fatto schifo”.
Chiarissimo, Draymond.
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E' così. Se poi Curry fa 2 su 11 e invece di essere di aiuto diventa un peso, spegnete pure la luce. Obiettivo play-offs, sperando nel ritorno di Thompson e che si trovi un centro decente. Ma i Clippers onestamente sembrano inarrivabili, forse per tutti.
I Clippers sono una squadra solida frutto del lavoro di uno degli allenatori più forti degli ultimi 20 anni; in più hanno Leonard, il giocatore più decisivo della lega oggi come oggi, ma il bello (per loro) è che tra poco avranno anche Paul George!
Al momento, senza George, sembrano già davanti a tutti, ma senza Leonard forse non sarebbero da playoff e poi ad inizio anno prevalgono soprattutto le difese; molte altre squadre sono in ricostruzione o in riassetto e a volte basta qualche piccolo cambiamento per tornare o cominciare a fare la differenza.
Ad es. i Lakers con Rondo play e James power forward, i Celtics con un centro di primo livello (se i Raptors non prendevano Gasol a febbraio, avrebbero vinto il titolo lo stesso?), i Sixers se continuano a crescere e (da non escludere) i Jazz con un Mitchell quasi in lotta per l'MVP, gli stessi Rockets con qualche innesto difensivo in corso d'anno, potrebbero giocarsela.