È arrivato tra lo scetticismo più totale nel tentativo di rimpiazzare lo sfortunatissimo DeMarcus Cousins: Dwight Howard ha molto da dimostrare nella sua seconda avventura in maglia Lakers. Ma dopo la prestazione di stanotte, la strada imboccata sembra essere quella giusta.
Con i Lakers avanti di 16, a 5 minuti dalla fine della partita, coach Vogel ha sostituito Howard e lo Staples Center gli ha tributato una meritata standing ovation. Superman, in uscita dalla panchina, ha infatti chiuso con un tabellino di tutto rispetto: 8 su 8 dal campo, 10 rimbalzi, 4 stoppate e 23/ di plus minus, in 23 minuti di gioco. Applausi meritatissimi, che fanno sembrare molto lontani i “boo” degli ultimi anni, quando Howard tornava a Los Angeles da avversario:
“Sono grato. Io e questi tifosi ne abbiamo passate parecchie, ma essere tornato qua significa tantissimo. Do sempre tutto, ogni secondo, ogni istante qua è fantastico. Spero che i fan apprezzino quando diamo tutto. Provo a portare quell’energia e quell’intensità in campo ogni notte, e mi diverto a farlo”
La buona impressione che sta facendo Howard sembra condivisa anche dai propri compagni, che ne stanno riconoscendo il valore. Parola di LeBron:
“Per questo lo abbiamo preso. Mentre tutti non gli davano credito, noi gli abbiamo dato una grande chance, credendo in lui. Abbiamo creduto alle sue parole e lui sta dando il massimo. Siamo molto contenti di averlo con noi”
Anche coach Vogel è contento del suo giocatore:
“È stato una vera stella nel suo ruolo, stanotte. È questo quello che gli chiediamo. Non la superstar che era una volta, ma essere un role player e dare il massimo nel suo ruolo. Stanotte lo è stato”
Ancora Dwight, conscio dell’importanza della sua nuova avventura, quasi un’ultima chiamata:
“Non prendo niente per scontato. Operazioni, partite saltate, sono cose per cui sono passato. Ogni momento sul campo è importante. Anche prima di avere una chance di venire ai Lakers, mi ero ripromesso di dare il 110% per ogni squadra in cui avrei giocato. Che sia per due minuti, 30 secondi, 15 minuti, avrei fatto qualsiasi cosa per aiutare la squadra a vincere”
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