Golden State è riuscita finalmente a scrollarsi di dosso il terribile zero alla voce W di questa stagione, grazie alla vittoria conquistata sul parquet dei New Orleans Pelicans per 134-123.
Una partita che ha finalmente ridato lustro alle stelle di casa Warriors: Curry e Green sono indubbiamente stati i mattatori di serata. 26 punti e 11 assist per il primo, tripla doppia per il secondo. Senza dimenticare l’importantissimo apporto di un D’Angelo Russell da 24 punti, 8 assist e 7 rimbalzi.
Parlando di Curry: ha preso 10 tiri da dietro la linea dei 3 punti, mandandone a bersaglio 4. Golden State ha avuto parecchie difficoltà sul lato offensivo in questo primissimo inizio. Non è sicuramente facile dover rinunciare, in un colpo solo, a due bocche di fuoco spaventose come Kevin Durant e Klay Thompson, la cui partenza e assenza, rispettivamente, grava di maggior attenzione difensiva il gioco del 30.
Ed ecco spiegabile il 15 su 38 dall’arco di questo inizio stagionale. Curry ha abituato a numeri ben diversi. Come recuperare la forma perduta? Incalzato dalle domande dei giornalisti, che gli chiedevano se un maggior numero di tiri potesse aiutare Steph a ritrovare il ritmo, coach Kerr ha risposto negativamente:
“Non credo sia così semplice. Non posso trasformarlo in Harden e dargli la palla ad ogni possesso. Bisogna costruire una squadra apposta per giocare così. Houston piazza cinque tiratori in campo per dare ad Harden tutto quello spazio. Non abbiamo lo stesso tipo di rosa, non possiamo giocare in quel modo”
“Quello che dobbiamo capire è come aiutarlo a liberarsi meglio ed è ciò su cui lavoriamo ogni giorno, come liberarlo senza i lunghi che aprono l’area che adesso sono tanto popolari nella lega. Creare spazio, penetrazioni, tiri aperti, ritmo offensivo: stiamo lavorando su questo”
Leggi anche:
Kevin Durant: “Vorrei chiudere la carriera in Europa”
Curry tuona: “Tutti amano giudicare quando stai perdendo”
Danillo Gallinari racconta l’impatto con OKC