1. Kendrick Nunn, Miami Heat
Alzi la mano chi di voi ha sentito parlare di Kendrick Nunn prima di questa stagione. Non pensiamo ce ne siano così tante alzate. La guardia degli Heat è infatti passata del tutto inosservata ai radar delle franchigie NBA al Draft 2018, con il suo nome che non è finito sulla lista dei 60 nomi pronunciati da Adam Silver.
La sua carriera collegiale è iniziata a Illinois, per poi trasferirsi a Oakland per il suo quarto e ultimo anno di università. Lì ha dominato la Horizon League con una media di 25.9 punti a partita, finendo dietro al solo Trae Young per produzione offensiva a livello nazionale nella stagione 2017-18.
Così, Nunn ha trascorso la passata stagione con i Santa Cruz Warriors, squadra della G League affiliata ai Golden State Warriors, prima di venire notato dagli scout dei Miami Heat. Con loro ha impressionato alla Summer League, ai training camp e, soprattutto, nella partita finale della pre-season contro gli Houston Rockets, contro i quali ha segnato 40 punti. Il 23 ottobre fa il suo debutto NBA, segnando 24 punti contro i Grizzlies. Nelle sue prime cinque partite ha tenuto una media di 22.4 punti tirando con il 48.4% da dietro l’arco ed è stato nominato giocatore della settimana per la Eastern Conference.
Ora, con l’avanzare della stagione la sua produzione ha avuto un comprensibile calo dopo questo exploit – nel momento in cui scriviamo tiene una media di 16.8 punti e 3.2 assist a partita, tirando con il 37.6% dalla lunga distanza, ma quel che è certo è che non c’è altra sorpresa più grande di questo inizio di stagione di Kendrick Nunn, considerato il suo passato.