Un quarto posto nella Eastern Conference, con 49 vittorie e 33 sconfitte, e le semifinali di Conference sono i traguardi raggiunti dai Boston Celtics nella stagione 2018/2019. Il roster a disposizione di Brad Stevens pullulava di talento: Kyrie Irving, Gordon Hayward, Jason Tatum, Jaylen Brown, Al Horford, Terry Rozier, Marcus Smart. Tanti ottimi giocatori costretti, a rotazione, a sedersi in panchina. Questo è il lato negativo dell’abbondanza, a tal punto da far dannare il general manager della franchigia, Danny Ainge.
Ainge ha rilasciato una lunga intervista ad ESPN, lungo la quale si è espresso sulla ricchezza del vecchio roster:
“Con il senno di poi, credo che avremmo dovuto pulire un po’ di più il nostro roster, in modo tale da renderlo più facile da gestire per coach Brad Stevens. Questo meccanismo non ingranava, io lo sapevo, e ne avevamo anche parlato.”
Il motivo che ha spinto Ainge a non intervenire sul mercato in uscita è lo storico raggiunto all’ingresso dell’All Star: 37 vittorie e 21 sconfitte:
“Per questo motivo non ho concluso alcun affare. Con il senno di poi, invece, avrei dovuto.”
In questa nuova stagione, la squadra ha perso alcune pedine importanti come Irving, passato ai Brooklyn Nets, Al Horford, aggregatosi ai Philadelphia 76ers, o Terry Rozier, entrato a far parte dello scambio con Kemba Walker. Tuttavia, i Celtics sono partiti molto bene e si trovano appaiati con Miami Heat e Toronto Raptors a quota 12 vittorie e 4 sconfitte. C’è ancora qualcuno che attribuisce ad Irving gli insuccessi delle passate stagioni e, Ainge ha voluto rispondere così a tali accusatori:
“È sciocco etichettare Kyrie come il motivo degli insuccessi solamente perché non è più tra noi. Diciamo che, la colpa è suddivisa tra me ed i giocatori. Ripartiremo da qui.”
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