Western Conference

NBA, Oklahoma City Thunder: quale futuro?

Questa notte Oklahoma ha ottenuto una vittoria più che convincente contro gli Utah Jazz. 104 a 90 e un risultato mai messo in discussione, anche senza Gallinari.  Questa vittoria spinge quindi a farsi qualche domanda sulla squadra dell’Oklahoma e su quali siano le sue reali ambizioni quest’anno. Non è mistero che gli affari chiusi da Sam Presti quest’estate non sono stati fatti per rinforzare la squadra, ma per smantellarla e iniziare un nuovo ciclo.

I due giocatori di punta arrivati quindi, Gallinari e Chris Paul, probabilmente non hanno mai disfatto le valigie, pronti a essere accasati altrove. A dimostralo il fatto che il campionato non è iniziato da nemmeno due mesi e già circola, sul nostro connazionale, la voce di un possibile approdo a Portland. Voci, vero, ma che sono sintomo della situazione transitoria in cui si trova il Gallo, che andrà in scadenza a fine stagione.

Per Paul invece la questione è differente: il giocatore ha un contratto faraonico che limita il suo mercato ma che non esclude il play ex Houston dalle attenzioni di varie contender. In tutto questo però c’è il campo. E qui le cose vanno diversamente. La squadra, attualmente al settimo posto, viene da 3 vittorie consecutive, dimostrando una tenacia e un gioco corale che ad ora garantirebbero i play-off.

La vittoria contro Minnesota all’overtime, ma soprattutto il modo con cui i Thunder hanno agguantato i supplementari, sono la perfetta rappresentazione della squadra. Nessuna voglia di cedere, molta esperienza e anche un po’ di furbizia (chiedere a Kerr). Soprattutto, una squadra che anche se ha ridimensionato i nomi in roster, ha un quintetto in grado di affrontare e vincere contro le proprie dirette avversarie, come Wolves e Jazz appunto.

Accanto a Gallinari e Paul infatti, va aggiunto Gilgeous-Alexander, attuale top-scorer della squadra e che sta confermando e migliorando tutte le qualità già mostrate ai Clippers. 18.8 punti e 5 assist a partita per il prodotto di Kentucky.

Non vanno poi dimenticati Schroder e Steven Adams, oramai veterani nella Lega e veri e propri pilastri della struttura Thunder. Sia il centro neozelandese, il quale sta mantenendo quasi la doppia-doppia di media, che il tedesco, in grado di garantire 17 punti di media, sarebbero utili in qualunque contender e a OKC si stanno rivelando determinanti. Come coi Wolves.

Preso atto di tutto questo, che stagione sarà quella di OKC?

Difficile da immaginare e da ipotizzare, anche perché i campioni continuano a rimanere sul mercato. Oklahoma quest’anno non può ambire a nulla se non arrivare in post-season e poi divertirsi. Lasciando andare i pezzi pregiati i play-off svanirebbero ma lieviterebbe la probabilità di scegliere in alto al Draft.

Ma ha senso? Ha senso smantellare del tutto una franchigia? Gli esempio di New York o di Phoenix negli ultimi anni hanno dimostrato quanto sia necessario trovare un equilibrio tra la voglia di ricostruzione e lo sfacelo completo. Le scelte al prossimo Draft ci sono, e sono tante, ma questi giovani hanno anche bisogno di un core esperto in grado di indirizzarli e guidarli.

Toccherà a Sam Presti risolvere il dilemma e trovare la soluzione. Le qualità del GM sono una rassicurazione sul futuro prossimo di Oklahoma, con la speranza che non si perda anche lui nel tanking sfrenato.

 

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Pubblicato da
Gianmaria Concetti

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