Miami Heat

NBA, ancora una volta Dion Waiters viene sospeso

Ancora una volta Dion Waiters viene sospeso. La prima squalifica della stagione regolare risale a circa due mesi fa, quando fu costretto a saltare la prima partita di regular season perché accusato di tenere un comportamento dannoso per il clima dell’intero spogliatoio. Superata anche la dinamica degli orsetti gommosi, ormai questione stranota, Waiters dovrà superare la terza sospensione dell’anno, e le cose non sembrano migliorare.

La squalifica durerà per ben 6 partite e la motivazione dei Miami Heat sembrano più che giustificate.

Inizialmente la franchigia aveva spiegato che a causare la sospensione era stato il comportamento del giocatore, che non era “in linea con quanto richiesto a un professionista”. Inizialmente non aveva approfondito l’accaduto ma, secondo gli aggiornamenti delle ultime ore, la dinamica è molto più chiara. Waiters aveva pubblicato una foto su Instagram, che lo ritraeva su una barca e molto rilassato. Alla squadra, però, aveva detto di essere malato e, di conseguenza, non poteva svolgere gli allenamenti previsti.

Dopo averla pubblicata, il numero 11 degli Heat ha pensato bene di rendere l’account privato, così che nessuno potesse vederla. Per sua sfortuna la franchigia aveva già visto tutto e ora sta prendendo provvedimenti seri. L’obiettivo attuale degli Heat, infatti, è quello di sbarazzarsi del giocatore, ma i suoi 12 milioni di contratto fino al 2021 rendono il problema molto difficile da risolvere.

Trovare un accordo con un buyout non sembra una strada percorribile, visto che Waiters non ha intenzione di rinunciare ai dollari che gli spettano. Alcune fonti vicine al giocatore spiegano che ha voglia di tornare a giocare per la squadra, di dimostrare di essere ancora un ottimo giocatore in grado di calcare un parquet NBA. Ma certamente non a Miami. Trovare una squadra che se lo prenda imbastendo una trade non troppo rumorosa è l’unico modo per gli Heat di liberarsi di lui. Vedremo se ci sarà qualche squadra, temeraria, ad accettare la sfida.

 

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Pubblicato da
Pietro Carfì

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