Lou Williams è diventato una colonna portante dei Los Angeles Clippers, ma al momento del suo ritorno in California aveva pensato di smettere di giocare.
Nel febbraio del 2017, dopo aver disputato una buona stagione con i Lakers, Williams viene ceduto a Houston, dove raggiunge le semifinali di Conference perse contro San Antonio. A giugno dello stesso anno torna a Los Angeles, questa volta sponda Clippers e qui iniziano i pensieri sul ritiro:
“Ero finito. Ti guardi intorno e devi essere realistico con te stesso. In pochi mesi avevo cambiato tre squadre: è un film che tutti noi abbiamo già visto. Prima o poi si dovrà smettere, perché l’alternativa sarebbe stata rimanere a casa ad aspettare una telefonata. Questo è quello che pensavo”
A cambiare il destino del giocatore è stato il coach Doc Rivers che, come ha detto lo stesso Williams al programma Stadium di Shams Charania, ha avuto un ruolo fondamentale:
“Ho avuto una conversazione con Doc e mi ha parlato chiaramente: ‘Non so cosa stiano pensando le altre squadre, ma noi abbiamo bisogno di te. Puoi metterti comodo perché starai qui’. Ciò ha significato molto per me e mi ha dato la sicurezza per prepararmi per la stagione e sono contento di averlo fatto”
Grazie alla fiducia di coach Rivers, Williams ha raggiunto grandi traguardi con i Clippers. Il 33enne ha vinto il Sixth Man of the Year nel 2018 e nel 2019, stabilendo il record di assist in carriera nelle sue prime due stagioni con la squadra, viaggiando a una media di 20 punti a partita . Nella scorsa stagione ha superato Dell Curry come miglior realizzatore dalla panchina nella storia NBA.
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