Curiosità

Le Arene NBA: ecco gli stadi delle 30 franchigie

Gli stadi NBA sono una componente fondamentale nella mistica dell’intera Lega. Per comprendere come nasca e si sviluppi una relazione tra una zona geografica e la sua franchigia bisogna prendere in considerazione i seguenti dati: nella National Basketball Association ci sono 30 squadre distribuite su 28 città statunitensi e una canadese (ovviamente Toronto). Gli stati statunitensi rappresentati in tutto sono 23 (il 46% degli stati americani) e questo rende la possibilità di osservare una partita NBA come un evento realmente elitario all’interno della concezione statunitense.

Ecco perché le città che vantano una franchigia NBA fanno di tutto per tenersela ed ecco perché in certe zone d’America il rapporto tra pubblico e squadra diventa una componente fondamentale. Non è sbagliato pensare che nella quotidianità del rapporto con il proprio pubblico e la propria città che si sviluppano le grandi dinastie della NBA: pensate ai Golden State Warriors con la da poco chiusa Oracle Arena. Ma ancora, pensate al meraviglioso rapporto di Oklahoma City con i Thunder sin dai tempi della relocation dei Sonics da Seattle: un entusiasmo riscontrabile solo in una comunità che si rispecchia pienamente nella propria squadra.

Per queste ragioni abbiamo scelto di fare una panoramica su tutti i 29 stadi NBA per scoprirne la storia e la location e comprendere al meglio il rapporto di ciascuna arena con la propria franchigia.

 

Arena Golden State Warriors: il Chase Center

Partiamo subito con la grande novità della stagione 2019-20: l’impianto più moderno della lega sito nel cuore di San Francisco, che prima della sua costruzione era l’unica città tra le 20 più popolate d’America a non possedere un impianto da oltre 12000 posti. Costato 1,2 miliardi di dollari, il Chase Center, è una futuristica arena da 18.064 posti a sedere e prende il posto di un’autentica istituzione come la Oracle Arena (impianto da 19.596 posti). Lo stadio inaugura una nuova fase della storia dei Californiani: tra le più grandi innovazioni tecnologiche spicca il nuovo Jumbotron da quasi 25 milioni di pixel e circa 900 metri quadrati. Nell’arena sono presenti 8 cucine, 29 ristoranti e 136 suites totali, di cui 44 tradizionali, 60 theatre box e 32 courtside lounges. L’impianto prevede anche la possibilità di arrivo via mare grazie a un servizio di trasporto via nave ed è ben collegato alla città con i mezzi pubblici, oltre a essere circondato da 2000 posti macchina e contenere 950 posti-auto coperti. Ovviamente i prezzi dell’impianto sono tra i più cari dell’intera lega e questo ha portato qualcuno a chiamarla la 1% arena, l’arena riservata ai super-ricchi d’America.

 

Stadio Lakers: lo Staples Center

Situato nella downtown di Los Angeles e capiente 19.060 posti, lo Staples Center è una delle Arene più leggendarie della NBA odierna: inaugurato il 17 ottobre 1999 non è tra le più moderne case della NBA ma è, di certo, uno dei posti in cui andare per essere parte della Los Angeles più cool. Basti pensare che i dati di fine stagione 2019 parlavano di circa 19.000 spettatori medi per i Lakers e quasi 17.500 per i Clippers: sarà molto intrigare conoscere i dati aggiornati al 2020 per avere l’idea di quanto sposti avere quattro delle migliori stelle della lega nella stessa città che si esibiscono una notte sì e l’altra pure. Ovviamente l’arena è circondata dalle statue delle più grandi stelle della storia giallo viola, in attesa di poter ospitare le nuove divinità del pantheon dei Clippers.

 

Stadio New York Knicks: il Madison Square Garden

L’impianto sportivo più famoso al mondo. Serve altro per qualificare il Madison Square Garden? Probabilmente no. Sito nel salotto buono di New York, a Manhattan, il MSG è l’arena più antica della NBA. In questa sua versione è stato inaugurato nel 1968 anche se, a dirla tutta, i lavori di manutenzione e riammodernamento non sono mai mancati. Tutti i VIP d’America almeno una volta si fanno immortalare a bordo campo e a fare da gran maestro delle cerimonie c’è sempre lui, Spike Lee. Mica male, considerando che, malgrado i prezzi e i risultati disastrosi della squadra, è sempre una delle Arene più popolate dell’intera Lega.

 

Stadio Brooklyn Nets: il Barclays Center

Quando i New Jersey Nets, nel 2012, hanno scelto la propria casa al di là del fiume Hudson collocandosi a Brooklyn, il Barclays Center sembrava poter essere la pietra angolare della rinascita della franchigia. Da allora le cose non sono proprio andate così ma quanto avvenuto nell’estate del 2019 con gli arrivi di Kevin Durant e Kyrie Irving di certo aiuterà a invertire il trend degli ultimi anni: su circa 19000 posti disponibili, meno di 15000 sono stati occupati mediamente nel Center lo scorso anno. Di certo lo scarso rapporto tra prezzi elevati e prestazioni della squadra ma tenete d’occhio i dati dell’impianto dei Nets nei prossimi anni, di certo le cose cambieranno.

 

Lo Stadio più a Nord della NBA: la Scotiabank Arena di Toronto

Quasi 20000 spettatori di media e una fortissima dote di riconoscimento reciproco tra pubblico e franchigia: questi gli elementi alla base del rapporto tra Scotiabank Arena e Toronto Raptors. Malgrado sia stata inaugurata nel 1999, la Scotiabank (situata al 40 di Bay Steet a Toronto e di proprietà della Maple Leaf) è diventata col tempo uno degli ambienti più caldi della lega grazie al lavoro della franchigia canadese, in grado di fidelizzare un pubblico a digiuno di basket. La nascita del famoso Jurassic Park dinnanzi allo stadio, con il maxischermo che permette di seguire le gare agli appassionati con un’atmosfera unica nella NBA è l’ennesima certificazione del successo della prima franchigia non americana capace di vincere il titolo NBA.

 

Stadio dei Chicago Bulls: lo United Center

Quando una città incontra un giocatore come Michael Jordan, il suo rapporto con il basket non può che essere strettissimo, anche a oltre 20 anni dall’ultima gara di MJ23 con la maglia dei Bulls. Ancora nella scorsa stagione, i Bulls hanno fatto registrare la seconda miglior media presenze in relazione al riempimento dei palazzetti (oltre 20.000 su meno di 21000 posti totali) malgrado i risultati tutt’altro che eccellenti e una gestione societaria semi-disastrosa. L’arena sita al 1901 di Madison Street a Chicago è, inoltre, meta di pellegrinaggio di appassionati su appassionati che si dirigono lì per posare con la statua di Michael Jordan, posizionata sul lato est del palazzo.

 

Stadio dei Boston Celtics: TD Banknorth Garden

Inaugurato nel 1995 e ubicato nel West End di Boston, il TD Banknorth Garden (precedentemente noto come Fleet Center) eredita il nome dal leggendario Garden, casa dei Boston Celtics dal 1946 al 1995. Stiamo parlando dell’arena nella quale sono appesi il maggior numero di banner nella lega, non solo per i titoli vinti (ben 18) ma anche per i numeri di maglia di giocatori leggendari ritirati. Uno dei luoghi assolutamente da vedere nella pallacanestro NBA.

 

Stadio NBA dei Detroit Pistons: la Little Caesars Arena

A prendere il posto del poco accogliente Palace of Auburn Hills, la casa dei grandi successi storici della franchigia, nel 2017 è arrivato questo piccolo gioiellino nella Midtown di Detroit: un impianto iper moderno che, però, resta spesso vuoto in diversi ordini di posto.  Dei 20491 posti disponibili, al termine della stagione 2018-19 il riempimento medio è stato fisso sul 78.5%, di gran lunga il peggior dato raccolto dalle 30 franchigie NBA nel rapporto tra posti disponibili e posti occupati.

 

Stadio Cleveland Cavaliers: la Quicken Loans Arena

Di cosa si può parlare se non di miracolo con i Cleveland Cavs e la loro Quicken Loans Arena? L’impianto non è tra i più moderni della lega (fu inaugurato nel 1994), LeBron James ha abbandonato la nave e la squadra è tutto meno che competitiva ma il pubblico non ha abbandonato la franchigia. Circa 19000 spettatori di media non sono affatto male per una delle città meno attraenti della lega e una delle squadre meno competitive della lega. Il fatto di rappresentare un grande stato come l’Ohio di certo aiuta, così come aiutano anche i prezzi competitivi e il polo ludico costruito nei pressi del palazzetto, a Center Court, nel 2008.

 

Stadio Philadelphia 76ers: il Wells Fargo Center

Praticamente sempre tutto esaurito per la casa dei Philadelphia 76ers, inaugurata nel lontano 1996 e sita al 3601 di S.Broad Street a Philadelphia. Stiamo parlando dell’arena NBA con la più alta media spettatori e con il più alto tasso di entusiasmo nella lega: una cosa non facile visto i gusti difficili dei tifosi di casa. L’arena, una delle meno moderne della lega ma al contempo una delle più capienti (20.441 posti a sedere), inoltre è attualmente al quarto cambio di nome: in precedenza è stata nota come Wachovia, CoreStates e First Union Center.

 

Stadio Dallas Mavericks: l’American Airlines Center

Dopo Dirk Nowitzki, Luka Doncic e ora anche Kristaps Porzingis. I grandi europei sembrano trovarsi bene a Dallas, circondati dall’entusiasmo di un popolo chiassoso e pittoresco come i texani. L’Arena, inaugurata nel 2001, situata nel complesso di Victory Park a Dallas e capiente circa 20000 posti fa registrare praticamente sempre il tutto esaurito anche grazie alle grandi stelle che hanno vestito la maglia dei Mavs sotto la gestione di Mark Cuban. Anche questa, grazie alla presenza di Doncic e Porzingis, sarà un’arena i cui dati dovranno essere particolarmente seguiti nei prossimi anni.

 

Stadio Miami Heat: l’American Airlines Arena

Miami è una delle città più mondane d’America e la sua arena non poteva che rispecchiare perfettamente la città. Il tasso di riempimento medio è eccellente, visto che il tutto esaurito è tutto meno che un evento raro a Miami. Certo, non tutti gli spettatori ci vanno necessariamente da inizio gara e spesso molti vanno via prima, ma questo è proprio tipico della città. Se siete a Miami e volete andarci la trovate nel quartiere residenziale di Downtown, lungo la baia di Biscayne: si sono viste arene in luoghi ben peggiori.

 

Stadio Orlando Magic: l’Amway Center

Inaugurato nel 2010 al civico 400 di W. Church Street ma estremamente discontinuo a livello di pubblico attratto, l’AmWay Center è la casa degli Orlando Magic, una franchigia storicamente di media-NBA che deve vivere tutte le oscillazioni del caso. Nella scorsa stagione il palazzetto è stato riempito quasi al 95% dei suoi 18500 posti potenziali, complice il ritorno ai playoff, e chissà che l’esplosione di Markelle Fultz e compagni non possa riportare i Magic ai fasti di fine anni ’00 a livello di risultati e di pubblico.

 

Stadio Portland Trail Blazers: il Moda Center

L’arena più passionale e rumorosa della NBA. Questo è il soprannome della casa dei Portland Trail Blazers, il moda Center, inaugurato nel 1995 con il nome di Rose Garden e sito nel Center Court di Portland. I Blazers si sono guadagnati l’enorme seguito del loro pubblico con un decennio di ottime stagioni NBA, condite anche dall’abituale raggiungimento dei Playoff: l’arena è praticamente sempre esaurita e rappresenta al meglio il sentire comune del Nord-Ovest degli USA.

 

Stadio Oklahoma City Thunder: Chesapeake Energy Arena

La casa degli Oklahoma City Thunder rivaleggia con il Moda Center per il titolo di impianto più passionale della lega: il popolo di OKC sa esattamente che bisogna stare vicini alla franchigia per non rischiare di perderla e, non a caso, i Thunder dispongono di uno dei fattori-campo più rilevanti della intera NBA. Sono stati 18.203 gli spettatori medi (100% di riempimento) nella scorsa stagione per quest’impianto inaugurato nel 2002 e sita su West Reno Avenue, nel centro della città.

 

Stadio Denver Nuggets: il Pepsi Center

Il luogo in cui il fattore campo viene costruito dalla geografia stessa del luogo: “The Can” (la lattina) -come viene soprannominato l’impianto- è sita a 1600 metri d’altezza, al 100 del Chopper Circle di Denver ed è stata inaugurata nel 1999. Il pubblico di Denver ha sempre risposto piuttosto bene rendendo l’arena (19.520 posti a sedere e oltre 18500 di media) un luogo in cui è davvero durissima vincere per la concomitanza dei fattori ambientali.

 

Stadio San Antonio Spurs: AT&T Center

5 titoli NBA vinti su 6 finali disputate nelle ultime 21 stagioni, 3 All Time Great in campo e uno dei più grandi allenatori di sempre in panchina. Sono queste le ragioni che rendono l’Arena di San Antonio (una delle città più brutte della NBA a detta degli atleti stessi) un luogo di assoluto culto nella lega: il pubblico risponde praticamente sempre presente con oltre 18300 presenze medie su circa 18500 posti disponibili. Anche perché la città non è che offra grandi alternative. Quest’impianto ubicato su East Houston Street è anche arcinoto per l’annuale disputa dei rodeo al suo interno.

 

Stadio Houston Rockets: Toyota Center

James Harden, Russell Westbrook, una società che non si è mai fatta problemi a spendere e una storia molto positiva sin dall’inaugurazione dell’impianto (nell’ormai lontano 2003) hanno permesso al Toyota Center di Houston di essere costantemente pieno e anche piuttosto caldo. Ciò che realmente manca al pubblico che affolla l’impianto su Polk Street è un titolo, obiettivo che ai Rockets sfugge da ormai 25 anni.

 

Stadio Utah Jazz: Vivint Smart Home Arena

Inaugurata nel 1991 e sempre piena al 100% delle proprie capacità, l’arena di Salt Lake City è sempre pronta a dare grande supporto agli Utah Jazz, squadra che non è ancora riuscita a vincere un titolo ma che ci è andata vicino nel 1997 e 1998 grazie alle gesta di John Stockton e Karl Malone. Già, è proprio quest’arena sita a South Temple ad aver ospitato il famoso tiro finale di Michael Jordan nelle Finals del 1998. Ai tempi si chiamava Delta Center ma la sostanza non cambia: qui dentro si è fatta la storia della lega.

 

Stadio Phoenix Suns: Talking Stick Resort Arena

I Phoenix Suns sono una delle peggiori squadre dell’ultimo decennio NBA e dispongono di una delle Arene meno moderne della lega, inaugurata nel lontano 1992. Non è un caso che siano tra le squadre con meno pubblico della lega (meno di 15.300 spettatori di media nella stagione 2018-19): portare spettatori al 201 di East Jefferson è, infatti, uno degli obiettivi principali della nuova gestione di coach Monty Williams.

 

Stadio Indiana Pacers: Bankerslife Field House

Il Basket è lo sport nazionale nello stato dell’Indiana, quello che ha dato i natali a una leggenda come Larry Bird, e, malgrado siano High School e College a farla da padrone, i Pacers godono sempre di buon seguito. L’ex Conseco Fieldhouse è sempre piena per oltre il 90% dei propri 18000 posti e può vantare ovviamente un pubblico di ottimi intenditori, vista la passione per il basket nell’Indiana.

 

Stadio Atlanta Hawks: Philips Arena

Atlanta è una città che vive prevalentemente di football e gli Hawks sono ancora lontani dal diventare un centro di interesse permanente nella città: lo dimostra l’81% di riempimento medio di questa Arena sita al numero 1 di Philips Drive e costruita sulle ceneri del vecchio Omni Coliseum. L’arena, oltre a essere tra le meno popolate della lega è anche tra le meno grandi. Insomma, solo Trae Young può far ripartire la love story tra Atlanta e il basket.

 

Stadio Minnesota Timberwolves: Target Center

Discorso praticamente identico per i Minnesota Timberwolves: anche loro devono puntare su una stella giovane (Karl Anthony Towns) per rilanciare le sorti del basket nel Minnesota, un territorio quasi interamente dedito al football. Anche i dati sulle presenze al palazzo sono simili a quelli degli Hawks (15.300 spettatori circa). Il tutto non è facilitato dalla storia perdente della franchigia e dai 30 anni di età (il più vecchio dopo il Garden) del palazzetto inaugurato nel 1990 sul First Avenue North di Minneapolis.

 

Stadio New Orleans Pelicans: lo Smoothie King Center

La più piccola Arena della NBA (16.867 posti) per il mercato più piccolo della lega (New Orleans):dopo la trade che ha visto Anthony Davis lasciare la lega, il destino dei Pelicans sembrava quello della relocation finché non è stato scelto Zion Williamson. Niente male per rilanciare una franchigia che in questa stagione sta letteralmente sbancando ogni sera grazie alla propria linea verde e che in futuro promette di crescere ancora portando tanti spettatori su Giroid Street.

 

Stadio Memphis Grizzlies: FedEx Forum

Nelle ultime stagioni in FedEx Forum di Memphis, arena su Beale Street, nel centro di Memphis  non ha brillato per presenze al palazzo ma attenzione: Ja Morant, Jaren Jackson Junior e un progetto intrigante potrebbero riportare tanta gente a palazzo. D’altronde l’impianto non è neanche tra i più vecchi della NBA (è stato inaugurato nel 2004) e ha oltre 18.000 posti di capienza massima, quindi è pienamente nella media della lega.

 

Stadio Charlotte Hornets: Spectrum Center

Non saranno anni facili quelli che attendono gli Charlotte Hornets: dopo l’addio di Kemba Walker le presenze in questo impianto nell’Uptown di Charlotte (inaugurato nel 2005) sono destinate a scendere al di sotto dei 16500 spettatori a cui la città era abituata quando l’All Star vestiva la maglia dei calabroni. Michael Jordan dovrà sfoderare il meglio di sé per tornare a far brillare gli occhi ai suoi tifosi.

 

Stadio Washington Wizards: Capital One Arena

MCI Center, Verizon Center e poi Capital One Arena, tanti cambi di nome per l’impianto al 601 di F Street NW nella capitale degli USA. A questi cambi di nome, però, non è mai corrisposta un’enorme affluenza nel “Phone Boot”, soprannome dell’impianto derivante dalla Verizon, nota azienda di telecomunicazione. Si è assestata tra l’85 e l’86% sui 20.300 di capienza totale la percentuale di riempimento dell’impianto. Non benissimo per un’Arena che viaggia verso il quarto di secolo di vita (inagurata nel 1997 e più volte ristrutturata) e che ospita una delle squadre meno cool dell’intera lega.

 

Stadio Sacramento Kings: Golden 1 Center

Inaugurato nel 2016 e pieno di opere d’arte di Jeff Koons al suo interno e all’esterno, il palazzetto dei Kings è tra i più moderni e interessanti di tutta la lega. Il pubblico di Sacramento ha risposto bene all’inaugurazione della nuova struttura sulla David J. Stern Walk della città, riempiendo sempre quasi del tutto l’impianto nei suoi oltre 17600 posti a sedere. Chissà che non diventi la casa dei primi Kings vincenti della storia.

 

Stadio Milwaukee Bucks: il Fiserv Forum

Addio Bradley Center, benvenuto Fiserv Forum! L’avvicendamento avvenuto a Milwaukee nel 2018 ha dato una nuova casa, sempre gremita in ogni ordine di posto, a Giannis Antetokounmpo. Il modernissimo impianto da quasi 18000 posti sito su N.Fourth Street ha preso il posto della trentennale casa dei Bucks (Dal 1988 al 2018 il Bradley Center ha ospitato i Cervi) e ora spera di poter ospitare le prime finals e-chissà- il primo titolo NBA a distanza di quasi 50 anni dall’ultimo, arrivato nel 1971.

In quale impianto sognate di assistere alla vostra prima partita NBA? I dati emersi sono diversi rispetto a ciò che vi aspettavate? Come vedete la NBA è in grado di stupirci anche quando si parla di questioni molto distanti dagli aspetti intra-campo. Una ragione in più per amare la più emozionante lega sportiva al mondo.

Share
Pubblicato da
Redazione NbaReligion

Recent Posts

NBA Christmas Day 2024: partite, orari, programma e dove vederle in TV e in chiaro

Il programma delle consuete partite di Natale organizzate dalla NBA

fa 1 giorno

La FIBA accoglie le parole di Adam Silver sull’arrivo della NBA in Europa: “Progetto concreto”

José Garbajosa convinto della bontà del progetto che vorrebbe portare avanti Adam Silver

fa 1 giorno

Mercato NBA, Bradley Beal non vuole lasciare Phoenix: “Io via? Nessuno mi ha detto niente”

La stella dell'Arizona non vuole abbandonare la franchigia dopo sole due stagioni

fa 1 giorno

NBA, Darvin Ham contro i Lakers: “Sono dei folli ad avermi mandato via”

L'ex allenatore gialloviola ha criticato le scelte del front office californiano

fa 1 giorno

Classifica NBA 2024-2025

Il quadro aggiornato notte dopo notte

fa 1 giorno

Lo strano caso di Carmelo Anthony: nel 2025 potrebbe diventare due volte Hall of Famer

Oltre a Melo in lizza anche Dwight Howard, Marc Gasol, Sue Bird e Doc Rivers

fa 2 giorni