Utah Jazz 129 – 96 Golden State Warriors
Un vero e proprio massacro quello andato in scena al Chase Center di San Francisco, dove i Warriors vengono travolti dai Jazz di Quin Snyder senza possibilità di appello. Troppo evidente la distanza tecnica tra le due compagini, con gli ospiti che hanno saputo sfruttare al meglio il cronometro dei 24, riuscendo a trovare con continuità la miglior conclusione possibile grazie ad una serie di extra pass che hanno messo in ginocchio la difesa dei padroni di casa. 31-17 il punteggio con cui le due squadre avevano chiuso il primo quarto, non lasciando presagire nulla di buono per la truppa di coach Kerr: così è stato, con Mitchell e compagni che hanno banchettato senza troppi complimenti sulle ceneri dei vicecampioni in carica, che devono ringraziare i 26 punti di D’Angelo Russell per non aver reso il punteggio finale ancora più amaro. Doppia doppia da 22 punti e 15 rimbalzi per Rudy Gobert, mentre Donovan Mitchell chiude con 23 punti in 22 minuti trascorsi sul parquet.
Denver Nuggets 105 – 121 Houston Rockets
Che ti chiami Hawks, Golden State o, come in questo caso, Nuggets, quando James Harden, Russell Westbrook e Eric Gordon sono in serata non c’è poi molto da fare. Grazie alla prova offerta dalle sue tre guardie, Houston riscatta la sconfitta dello scorso lunedì con i Thunder – quella in cui Harden si era reso protagonista di un poco lusinghiero 1-17 dalla linea dei tre punti – e in generale un periodo decisamente negativo con una vittoria che rialza il morale della truppa in vista della seconda parte della stagione. Nuggets che pagano le assenze dei vari Murray, Millsap, Harris e Porter Jr., con Jokic che prova in qualche modo a sopperire con la tripla doppia da 19 punti, 12 rimbalzi e 10 assist, ma senza troppo successo. Gli ospiti si ritrovano infatti in svantaggio di 10 punti già a fine primo quarto e non riescono a trovare le energie fisiche e mentali per abbozzare una reazione, con i padroni di casa che con il passare dei minuti aumentano il gap trovando con costanza la via del canestro. 27 punti, 5 rimbalzi e 5 assist per James Harden, 28 punti, 8 assist e ben 16 rimbalzi per Russell Westbrook, mentre Gordon realizza 25 punti in 29 minuti in uscita dalla panchina.
San Antonio Spurs 121 – 117 New Orleans Pelicans
Ci è voluto un po’, ma alla fine, dopo ben 44 gare saltate per infortunio, è arrivato il momento di Zion Williamson. La ciliegina sulla torta di questa nottata NBA extra-large è rappresentata dall’attesissimo debutto in NBA della prima scelta dell’ultimo Draft, che alla prima presenza sul parquet dello Smoothie King Center di New Orleans ha fatto vedere di che pasta è fatto, ripagando l’attesa di tifosi e addetti ai lavori. Anche in questo caso, ci è voluto un po’ prima di rompere il ghiaccio, con i primi tre quarti di gara che hanno visto il prodotto di Duke faticare a ritagliarsi il suo spazio in campo, con soli undici minuti giocati e 5 punti, 4 rimbalzi, un assist e 4 palle perse a referto. Una volta giunti nell’ultima frazione di gioco, però, il classe 2000 ha rotto gli indugi e, dopo aver realizzato una tripla a 9 minuti dalla fine, si è reso protagonista di 17 punti che hanno mandato in visibilio il suo pubblico – forse un tantino prematuro il coro “MVP!” – e contribuito a ricucire il margine con gli Spurs. Già, perchè nell’attesa che Zion scaldasse i motori, i ragazzi di coach Popovich avevano lentamente preso il largo, rendendo di fatto vani gli sforzi del pur talentuoso debuttante. La tripla di Josh Hart aveva infatti ridotto a 2 le lunghezze di distanza tra le due squadre, ma sul punteggio di 119-117 ci ha pensato Aldridge a chiudere i conti con due liberi che hanno di fatto messo in cassaforte la vittoria. 32 punti e 14 rimbalzi per l’ex Blazers, coadiuvato da un DeRozan da 20 punti e 5 rimbalzi, mentre tra le fila dei padroni di casa si segnalano la doppia doppia da 14 punti e 12 assist, accompagnati da 8 rimbalzi, firmata Lonzo Ball e i 22 punti realizzati da Brandon Ingram.