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NBA Paris Game, le parole di Michael Jordan, Adam Silver e Marc Lasry

Nel corso della conferenza stampa dell’NBA Paris Game, oltre alla conferma di una futura edizione da parte di Adam Silver,  è intervenuto lo stesso Michael Jordan, in rappresentanza dei suoi Charlotte Hornets, dei quali ne è il proprietario.

Dopo le classiche dichiarazioni di rito, la leggenda NBA ha avuto modo di rispondere anche ad alcune domande dei giornalisti presenti.

Voglio ringraziare sia Adam che Marc per averci permesso di far parte di questa opportunità. Gli Charlotte Hornets sono sempre alla ricerca di possibilità utili per espandere il proprio bacino d’utenza, e darci l’opportunità di giocare a Parigi è stato davvero un onore.

Sono passati ben 23 anni da quando ebbi la possibilità di giocare al McDonald’s Open. Il popolo parigino è stato incredibile, i suoi ristoranti, tutto è stato fantastico. Grazie per averci accolto. Non vediamo l’ora di tornare. Ancora una volta, è stato un piacere per me tornare e rievocare i miei ricordi della pallacanestro parigina. E’ stato bello inoltre rivedere Tony Parker, ci siamo divertiti molto assieme finora.

Michael, sappiamo tutti che hai trascorso molto tempo a Parigi dopo la fine della tua carriera da giocatore, vorrei sapere quale sia stato il tuo impatto e coinvolgimento personale per questo evento a Parigi?

Solo come spettatore. Penso che Adam abbia fatto davvero un buon lavoro nell’ampliare la notorietà della NBA. Il mio unico ruolo in questa occasione è stato solo quello di mostrare quanto fosse divertente il gioco. Spero lo si sia potuto vedere stasera sia dai miei giocatore che da quelli di Milwaukee.

Michael, hai appena accennato come l’ultima volta in cui tu abbia giocato qui sia stato 23 anni fa, durante il McDonald’s Open. Come pensi che il gioco si sia evoluto nel mondo da allora?

Tremendamente. Penso che sia cresciuto enormemente da allora. E’ cominciato tutto dal Dream Team, e ci ha appena portato a giocare qui. Abbiamo la Cina. Abbiamo l’Africa. Il gioco si sta espandendo in tutto il mondo. Sono contento di averne fatto parte, ma penso che diventerà sempre più grande grazie alla passione che ne deriva.

Chiedo scusa, la mia domanda non era correlata a Parigi, ma all’Africa. La NBA organizzerà presto una partita della stagione regolare in Africa come questa? E per Michael Jordan e il signor Lasry, sareste felici di vedere la vostra squadra giocare in Africa, in particolare lei, signor Lasry, visti i suoi natali marocchini?

[Risponde Marc Lasry] Sarei felice di giocare ovunque. Se ad Adam facesse piacere che giocassimo lì, penso che da parte della nostra squadra non ci sarebbe alcuna remora nel provare questa occasione. L’unica problematica sarebbe meramente logistica. Probabilmente ad ora sarebbe più facile da fare durante la preseason che durante una partita della stagione regolare. Potete comprendere come, solo per il viaggio, ci siano delle difficoltà. Ma in futuro penso che ci piacerebbe provare a farlo da protagonisti.

[prende la parola  Adam Silver] Desidero aggiungere all’opinione di Marc che al momento non abbiamo in programma di giocare, né durante la preseason né nella stagione regolare, in Africa. Quello che abbiamo fatto in passato per diverse estati è stato giocare assieme ad un gruppo di giocatori, con l’obiettivo di tastare lo stato della loro comunità e implementare il nostro mercato. Al momento è complicato pensare a delle gare simili a questa, sia per la stagione regolare che per la preseason, dato il programmo molto condensato, perlomeno allo stato attuale delle cose.

Signor Silver lei afferma che l’NBA tornerà a Parigi nel 2021. Mi chiedevo se avesse un piano per una gara analoga in Europa per gli anni seguenti.

Abbiamo piani in Europa per i prossimi anni. Non li abbiamo ancora impostati, ma tutto si baserà sulle disponibilità che riceveremo dalle arene di tutta Europa. E come hanno già detto sia Marc che Michael, penso che basti guardare le recenti nomine all’All-Star Game per capire quanto sia importante l’Europa per noi. lnoltre il 25% della nostra lega ormai è composto da giocatori internazionali. L’Europa, come regione, è ancora il luogo da cui provengono più giocatori internazionali. Continueremo sicuramente a investire nel basket in Europa, a lavorare con le federazioni e i club locali e continueremo a portare le squadre qui. L’unico vero limite, come già accennato, è la modalità in cui è strutturato il nostro programma attuale, che non concede molte finestre per organizzare questi eventi. Ma come sanno Marc e Michael, uno dei progetti su cui la lega continua a concentrarsi è come dovrebbe essere strutturata la stagione regolare nei prossimi cinque e dieci anni. Probabilmente alla fine ritaglieremo più finestre nella stagione, per consentire più viaggi.

Signor Jordan, secondo lei, quali sono gli attuali cinque migliori giocatori NBA europei e i migliori cinque giocatori NBA europei di sempre?

Toni Kukoc è il numero uno, e tutti sanno il perché. Drazen Petrovic, Arvydas Sabonis. E’ una domanda comunque molto complicata. Dovrei passare in elenco tutti i grandi giocatori che hanno calcato la lega. Voglio dire, molti dei ragazzi che provengono dall’Europa hanno saputo lasciare il segno sulla NBA, e credo che una conferenza stampa non permetta il tempo necessario per elencarli tutti.

La mia domanda è rivolta al Commissioner. Abbiamo perso all’inizio di quest’anno David Stern, che è stato una persona dotata di una grande visione per la NBA. Pensa che sarebbe orgoglioso di questa gara, e in generale dell’entusiasmo generato da questo evento a Parigi?

Grazie per aver posto questa domanda. Innanzi tutto, David Stern aveva programmato di essere qui a questo evento. Lui e sua moglie Dianne avevano programmato il viaggio fin da novembre, perché so che David era un grande fan della città di Parigi. Penso che probabilmente le due persone che hanno avuto la maggiore influenza sulla crescita della NBA al di fuori degli Stati Uniti siano stati Michael Jordan e David Stern. Probabilmente senza David, l’NBA sarebbe molto diversa. Certamente Michael sa che questa decisione di giocare a Parigi rispecchiasse la sua visione. Prima ancora del Dream Team che Michael menzionava, quando divenne commissioner a metà degli anni ’80, vide l’opportunità di crescita globale per questa lega. Sulla base delle nostre ultime conversazioni, so quanto fosse orgoglioso di dove si trovasse la lega oggi. Stasera avremo un momento prima della partita dedicato a David Stern, al quale va tutta la nostra gratitudine.

[Risponde Michael Jordan] Sono d’accordo. Non sarei qui senza David Stern e sono sicuro che Adam potrebbe dire la stessa cosa. Capiva molto le dinamiche del gioco. La sua visione era qualcosa della quale andare molto orgogliosi. Ho imparato molto da lui, non solo come giocatore, ma anche come imprenditore. Ha fatto molto per il basket.

 

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Pubblicato da
Lorenzo Garbarino

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