Gli animi si sono scaldati negli ultimi minuti del match tra New York Knicks e Memphis Grizzlies. L’episodio ha coinvolto la guardia newyorkese Elfrid Payton, che ha colpito Jae Crowder, giocatore di Memphis. Il colpo ha causato la caduta di Crowder sul pubblico in prima fila. La reazione di Payton, invece, è scaturita da un tentativo di segnare da 3 da parte dell’avversario, con 48 secondi ancora da giocare, con i Grizzlies avanti 124-106.
Crowder ha rubato palla su un errore di Julius Randle e, dopo aver tirato, è stato raggiunto da una gomitata. L’ala di Memphis e il giocatore dei Knicks, Marcus Morris sono stati entrambi espulsi, per aver istigato e provocato la rissa, mentre Payton è stato punito con un “flagrant foul 2”, che ha comportato l’espulsione immediata.
La situazione è rimasta tesa anche nel dopo partita, quando Morris ha definito poco professionale il comportamento di Crowder, contestando la scelta di prendere quel tiro con la partita ormai chiusa. Ecco le parole del giocatore dei Knicks:
“Ha portato la partita su binari diversi. Ha avuto molti atteggiamenti femminili in campo, simulando e prendendoci in giro per tutto il match. Quando in questa situazione fai uno stepback e prendi una tripla, è come mettere il dito nella piaga, non è professionale. E’ da deboli, come il suo gioco, che considero molto femminile.”
Nonostante le parole dure, Morris in seguito si è scusato su Twitter, soprattutto verso le donne, visto che ha più volte rimarcato la “femminilità” dell’atteggiamento di Crowder.
Payton ha ammesso che rifarebbe tutto da capo e colpirebbe nuovamente Crowder, o qualsiasi altro giocatore in campo, ritenendo irrispettoso il tentativo di aggiungere punti a referto con la partita già chiusa. Ecco le sue dichiarazioni a riguardo:
“Quel tiro è stato irrispettoso. Ci tengo a queste cose, lo farei di nuovo. Non importa a chi prende quel tiro, non gli permetto di non rispettare la partita in questo modo.”
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vergogna per questa reazione, ma il tiro era veramente irrispettoso e non degno di un giocatore professionista. I giocatori sanno bene che così facendo rischiano qualcosa. Magari non una gomitata, ok, ma qualcosa sì.