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Dwyane Wade torna a parlare della comunità LGBTQ+ e di suo figlio Zion

Dwyane Wade, ex superstar dei Miami Heat, ha affrontato un tema molto delicato e decisamente importante che riguarda la sua vita privata, ovvero il percorso che ha seguito per supportare sul figlio Zion. Quest’ultimo, per chi non lo sapesse, ha più volte partecipato a eventi organizzati dalla comunità LGBTQ+. Inoltre, di recente, ha espresso il desiderio di farsi chiamare Zaya, quindi con un nome femminile.

Il figlio di dodici anni, proprio per questo motivo, è stato più volte attaccato soprattutto sui social. Fortunatamente papà Wade ha detto la sua. Il 38enne ha anche raccontato il percorso mentale che ha seguito insieme alla moglie, le domande che si è posto e che cosa ha dovuto fare per andare incontro alle esigenze del figlio:

“Quando Zion aveva tre anni, io e mia moglie abbiamo iniziato a notare come preferisse il mondo femminile piuttosto che quello maschile. Ho avuto il bisogno di guardarmi più volte allo specchio, e di pormi una serie di domande: cosa succederebbe se tuo figlio tornasse a casa dicendoti che è omosessuale? Come ti comporteresti? Come ti sentiresti moralmente? Dopo ho capito che la riposta riguardava me stesso. Mio figlio è consapevole di ciò che vuole essere, di conseguenza, non ho motivo di pormi problemi”.

In seguito ha anche affrontato il tema del desiderio di Zion di farsi chiamare con nomi femminili:

“Quando i nostri ragazzi tornano a casa con una domanda, un dubbio, un problema, è compito di noi genitori fornirgli il maggior numero di informazioni possibili utili alla loro crescita, e ciò non cambia anche se l’argomento in discussione riguarda la propria sessualità”.

Non è stato certamente un percorso facile, ma ora Wade può dirsi sicuro di essersi schierato dalla parte del figlio per aiutarlo e incoraggiarlo nel suo percorso di crescita.

D’altra parte Zion ha già mostrato di avere un approccio positivo per quello che verrà:

“Non c’è nessun motivo di esistere se cerchi di essere un qualcuno che non sei veramente. Bisogna essere veri, bisogna seguire i propri sentimenti più intensi disinteressandosi di tutti gli stereotipi che circondando il mondo di oggi”.

 

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Pubblicato da
Pietro Carfì

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