Nella larga vittoria dei suoi Rockets contro Golden State per 135-105, l’espulsione rimediata ha un po’ rovinato la serata di Russell Westbrook.
Il primo fallo tecnico è arrivato nel primo quarto, dopo aver contestato alla terna arbitrale un fallo chiamatogli. Il secondo, più grave, nell’ultimo periodo, dopo essersi scontrato fisicamente con Damion Lee e verbalmente con la panchina avversaria.
Nel post-partita, Westbrook ha spiegato bene l’accaduto dal suo punto di vista:
“In queste situazioni cerco di avere un comportamento di alto livello. Gli arbitri, i tifosi, i media, l’NBA, ormai non mi permettono di fare nulla. Sono una persona emotiva: se guardate le immagini, ho ovviamente colpito Lee, ma non l’ho fatto di proposito. Vado al ferro, io lo colpisco, lui mi dice qualcosa, io rispondo. Poi sono fermo, un tizio viene e mi toglie la palla dalle mani. Altri si scontrano con me, io non mi muovo, ma sono sempre io a passare per il cattivo della situazione”
Effettivamente, l’ultimo scontro con Looney apparte quantomeno fortuito. Lo stesso non si può dire della gomitata a Lee, che sembra abbastanza gratuita. Per quanto riguarda lo scambio di parole con la panchina di Golden State, su cui era seduto anche Klay Thompson, Westbrook ha ricostruito così l’accaduto:
“Hanno iniziato a stuzzicarmi. Mi sono girato e ho risposto ‘Che hai detto?’ Poi tutti mi sono corsi incontro, e mentre mi allontanavo Looney si è fermato davanti a me e tutti hanno pensato ‘Ecco, Russ è sempre Russ'”
“Devo assicurarmi di non dare a nessuno la possibilità di dipingermi come quello che non sono. Non è giusto che, dopo tutto, sia sempre io a beccarmi un tecnico o ad essere espulso. Non mi interessa cosa si dirà, non è giusto. Tante persone sono coinvolte, ma solo io prendo il tecnico e vengo espulso, mentre gli altri riprendono a giocare normalmente […]
“Devo controllarmi, solo questo. Ma non mi tiro indietro, non sono stato cresciuto così. Non mi tiro indietro davanti a nessuno. Devo però anche essere intelligente e capire cosa c’è in ballo, la mia famiglia mi guarda”
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