Dopo il primo caso di positività al test del coronavirus fatto su Rudy Gobert, la stagione NBA è stata temporaneamente sospesa in attesa di capire come arrestare l’epidemia negli USA. In queste settimane sarà quindi tempo per Adam Silver e il board of governors per capire come/perché/quando regalare il giusto finale di un’annata che si stava preannunciando infuocata.
REVISIONE CALENDARIO
La prima ipotesi esternata da Mark Cuban, eclettico proprietario dei Dallas Mavericks, prevede la possibilità di riprendere a giocare tra 60 giorni, terminando la regular season verso giugno e giocando i Playoff NBA tra luglio e agosto. Difficile una soluzione del genere anche per la convivenza con le Olimpiadi di Tokyo 2020 per ora in programma proprio ad agosto, salvo decisioni straordinarie da parte del Comitato Olimpico.
Queste le parole di Cuban sulla situazione in corso:
“La mia sensazione nei prossimi 60 giorni è che la stagione non verrà cancellata ma solo posticipata. Un’opzione che mi sembra possibile è quella di un calendario ridotto, con le squadre chiamate a disputare 7-8 gare a testa dal momento in cui sarà possibile tornare in campo e poi i playoff e le finali, che a questo punto non mi sorprenderei se dovessero disputarsi anche a luglio/agosto.
Fino a oggi sono sempre state le tv a non volere che le finali andassero oltre la metà di giugno, ma il panorama televisivo — gli ascolti ma sopratutto le modalità di visione, anche alternative alla tv — sono cambiate drasticamente negli ultimi 3-4 anni, per cui questa scadenza non è più così vincolante come in passato e comunque l’unica concorrenza sportiva sarebbe quella della regular season del baseball. Per questo credo possibile uno slittamento in avanti, se non ad agosto almeno fino a luglio”.
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