Steve Kerr, coach dei Golden State Warriors, spesso e volentieri si presta ad interviste che vanno oltre allo sport, toccando tematiche di rilievo nazionale. Nell’ultima chiacchierata con ‘The Athletic’, l’ex compagno di squadra di Michael Jordan, ha commentato il fenomeno del coronavirus negli USA e di come il governo statunitense sta reagendo, senza tralasciare critiche non troppo velate alla tempestività con cui Donald Trump sta affrontando questo argomento:
“Prima non avevamo gli strumenti necessari per comprendere il fenomeno, ne ignoravamo la portata. Ora tutti hanno la possibilità di fare qualcosa di utile. Voglio farlo anche io, facendo sentire la mia voce. È stato davvero deludente il fatto che soprattutto all’inizio non ci siano state fornite informazioni utili alla comprensione della reale pericolosità del fenomeno e le istruzioni necessarie per poterlo fronteggiare collettivamente e individualmente.”
Come ci si comporta di fronte ad un nemico semi-sconosciuto e cosa ha pensato Kerr nel momento in cui ha capito di essere di fronte ad un problema reale:
“È qui, ce l’abbiamo in casa, mio Dio, tutto questo sta succedendo davvero. Ora dobbiamo andare oltre, superare l’egoismo che è in ognuno di noi e rispettare le regole. Di solito è lo sport a fungere da valvola di sfogo quando c’è bisogno di mettere da parte problemi e preoccupazioni, ma adesso è ora è giusto prestare attenzione alle norme per contrastare il virus e non mettere in crisi il sistema sanitario nazionale.”
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