Dopo la dichiarazione dei Brooklyn Nets sulla positività di 4 dei propri atleti, tra cui Kevin Durant, ai test per il coronavirus, negli Stati Uniti è esplosa la polemica. A lanciarla è stato lo stesso sindaco di New York, Bill de Blasio, che è partito all’attacco dichiarando come i test dovrebbero essere riservati solo ai malati e non ai ricchi. Questo perché gli USA, come noi in Europa, stanno facendo fatica a reperire i test.
Dichiarazioni che naturalmente non sono passate inosservate e, dopo la risposta di Adam Silver, è arrivata anche quella di Michelle Roberts. La presidente della NBPA (National Basketball Players Association) ha infatti dichiarato che:
“Non c’è nulla di irresponsabile nel tentare di fare i test. Il fatto che molti di noi non possano reperire i test, secondo la mia opinione, è responsabilità del governo federale. Loro erano responsabili di darci la sicurezza di essere protetti in questo senso, e penso abbiano fallito. Non è una cosa su cui dovremmo discutere adesso, ma una volta che sarà passata questa situazione, dovremo trovare chi ha sbagliato e risolvere la questione. Capisco perché le persone sono arrabbiate, quelli a rischio dovrebbero essere i primi a essere testati. Ma dannazione: se il governo avesse fatto quello che doveva fare, non saremmo qui a competere per un’opportunità di essere testati”.”
Naturalmente la posizione dei giocatori è più che legittima. Anche loro come tutti sono potenziali vettori del virus ma anche vittime in quanto soggetti sottoposti a moltissimi contatti. D’altra parte le parole del sindaco sono intese come dare la precedenza a chi non ha i mezzi e gli strumenti per curarsi al meglio in caso di contagio e, un test per il coronavirus effettuato in tempi brevi, può evitare il diffondersi in ambito familiare. Perché purtroppo, c’è chi è costretto a scegliere tra le cure e il cibo da mettere in tavola.
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