Top 10

I 10 marcatori All-Time dei Los Angeles Lakers

6. James Worthy: 16.320 punti

James Worthy, conosciuto anche come Big Game James, è il sesto classificato nella classifica dei Los Angeles Lakers, grazie ai suoi 16.320 punti raccolti in 12 anni di onorata carriera NBA.

Noto per le sue capacità atletiche, sfruttava la sua velocità e rapidità per superare i difensori e concludere a canestro con schiacciate spettacolari, che diventarono presto il suo marchio di fabbrica.

James Worthy è stato selezionato dai Los Angeles Lakers, allora campioni in carica, con la prima scelta al Draft del 1982, con i quali si è laureato tre volte campione NBA, una volta MVP e sette volte All-Star.

E’ conosciuto soprattuto per aver fatto parte dello Showtime Lakers, composto da Kareem Abdul Jabbar e Magic Johnson.

 

5. Magic Johnson: 17.707 punti

Credits to nba.com

Il quinto capocannoniere dei Lakers è un’altra pietra miliare di questo sport: Magic Erving Johnson.

Oltre ai suoi 17.707 punti, è universalmente riconosciuto per la sua capacità di fornire passaggi spesso decisivi, che gli hanno permesso di giungere al quinto posto nella classifica degli assist NBA.

Il suo corpo dal centro, unito ad un esplosività ed intelligenza cestistica senza uguali, fu una sorta di precursore dell’avvento degli all-around player, capaci di giocare e difendere in più posizioni. Selezionato con la prima scelta dai Los Angeles Lakers nel 1979, divenne immediatamente il perno della squadra, conducendola alla vittoria del campionato .

La vittoria di quel titolo gli permise di conquistare un ulteriore record di precocità: si tratta ancora oggi infatti, del primo e unico caso in cui una matricola sia riuscita a conquistare il prestigioso premio di MVP delle Finals.

La sua carriera si interruppe bruscamente però nel 1991, quando risultò positivo al test dell’HIV. Dopo alcuni anni di stop, tornò sporadicamente in campo, per poter dare il commiato al basket che tutto il mondo gli chiedeva.

Magic Johnson prese parte anche alla spedizione olmpica del 1992 a Barcellona, in quella che, probabilmente, resterà la migliore squadra di basket mai assemblata, conosciuta anche come Dream Team.

Page: 1 2 3 4 5 6

Guarda i commenti

  • Ho apprezzato questo articolo che mi ha rispolverato i miei anni 90 e inizio 2000 con American Superbasket, dove, oltre l'attualità si leggeva anche articoli di storia della NBA.E già allora, su quella rivista, si scriveva in maniera fantasiosa e articolata avendo già a disposizione Federico Buffa e altri.. È bello scrivere, romanzare a volte, ma non bisogna farlo a mio parere con una verità dei fatti che va' comunque mantenuta. Una verità che può nascere da una ricerca, apparentemente lunga o meno, se si vuole davvero immaginare qualcosa su fatti che siano giornalisticamente certi, documentati.Il mio piacere di leggere l'articolo, è sfumato proprio alla fine sul capitolo dedicato a Kobe Bryant. Ho in casa da un paio di anni la biografia su di lui:"Showboat".
    Stavo leggendo il libro, prima dell'incidente in elicottero, e avevo ancora in mente la parte dedicata alla primavera 1996.
    Mi è piaciuta, e ha avuto un senso, l'analisi di quel draft perché fatta con osservazioni e dichiarazioni pubbliche di quel tempo... NON è plausibile lo sliding door di Kobe a Charlotte. Perché i fatti andarono diversamente. Gli Hornets, erano una delle poche squadre NBA a non aver fatto a BRYANT nessuno provino individuale, e fu colta questa occasione dal GM Jerry West. I Lakers, che avevano deciso di prenderlo dopo il secondo provino durato pochissimo tanto quanto fu fantastico, ragionarono sul draft e le necessità delle squadre e su chi avrebbe voluto davvero un 18 enne poco conosciuto di Philadelphia. In conclusione :i Syxers, non lo presero con uno scambio di scelta per Jerry Stackhouse, perché avevano pensato che un ragazzo di Philadelphia avrebbe ceduto sotto pressione della sua città , come era successo a suo padre.Una vera sliding door può essere :Kobe e Iverson (scelta numero 1 scontata allora) insieme nel 1996...L'altra sliding door possible davvero fu New Jersey Nets perché ai vari provini, era piaciuto ai manager dei Nets e legato bene con il loro allenatore di allora :John Calipari. Non fu' scelto dalle "retine" perché l'agente di Kobe (scelto per lui da Adidas)li aveva spaventati dicendo che avrebbe preferito "tornare "in Italia piuttosto che giocatore per loro. È importante il suo agente di allora, perché fu lui che godeva dell'amicizia di West, a procurargli un provino a cui i Lakers non pensavano neanche perché avevano Jones e Van Exel in “guardia" e stavano prendendo O'neal....In conclusione Charlotte, che ripeto non lo conosceva e non lo avevano potuto vedere nemmeno ai tradizionali draft camp sempre per scelta dell'agente, scelse al 13 un giocatore su richiesta dei Lakers indicata loro davvero solo 5' prima, perché gli Hornets avevano ottenuto il centro giallo viola Vlade Divac "ormai" superfluo.
    Quindi, le due "sliding doors del suo iniziò carriera furono la squadra della"sua città" natale e quella del New Jersey stranamente le finaliste dell'est che affrontò rispettivamente nel 2001 e 2002 con la squadra dei suoi sogni d'infanzia fatti in Italia.

Share
Pubblicato da
Lorenzo Garbarino

Recent Posts

NBA 2024-2025: 50 punti segnati in stagione: partite, performance, highlights

Una compilation delle migliori prestazioni individuali durante la regular season

fa 4 giorni

NBA Player of The Week: i giocatori premiati per ogni settimana della stagione 2024-2025

Eastern e Western Conference: tutti i premi per ogni settimana di gioco

fa 4 giorni

NBA, Julius Randle segna il tiro della vittoria a fil di sirena: Phoenix battuta

Sotto per 47 minuti, i Wolves strappano la vittoria ai Suns (120-117) grazie ad un…

fa 4 giorni

L’All-Star Game NBA cambia ancora? Si valuta nuova formula dal 2025

Proposta allo studio del competition committee

fa 6 giorni