La sospensione della stagione NBA è arrivata proprio nel momento migliore dei Los Angeles Lakers che con LeBron James avevano cambiato marcia dopo la pausa dell’All-Star Game di febbraio. La pandemia globale che sta colpendo in maniera dura anche gli Stati Uniti, ha lasciato strascichi anche all’interno della Lega, con diversi giocatori infetti. Tra questi, nelle scorse settimane, sono stati individuati anche 2 giocatori dei Lakers (rimasti anonimi, ndr).
Frank Vogel, a microfoni di ESPN, ha spiegato come lui non si sia invece sottoposto a tampone per riservalo ai suoi giocatori:
“Da quel che so io, gli unici a ricevere il test sono stati i giocatori, secondo quanto indicato dai nostri medici di squadra. Mi è stato detto che non c’era bisogno che venissi testato, soprattutto alla luce della scarsità di tamponi in tutta la California, e così ho pensato che la cosa migliore fosse seguire le indicazioni del personale sanitario. Con questo ho voluto comunque rasserenare la mia famiglia, spiegando che mi sentivo bene, che non avevo sintomi e che comunque fin da subito in squadra avevamo applicato quelle misure di distanziamento sociale che ci erano state suggerite. Ero fiducioso di star bene. Neppure io so chi sono i due ragazzi risultati positivi, e mi sta benissimo così”
Tornare a giocare? Vogel la pensa così:
“Sappiamo che una possibilità è anche che non si torni a giocare, e sarebbe un enorme delusione — ma sappiamo anche che quello che sta succedendo è molto più importante della pallacanestro e tornare in campo oggi non è la cosa più importante al mondo”
Nel frattempo, però, il coach ha chiesto ai suoi assistenti di prepararsi in vista di una possibile cancellazione delle restanti partite di regular season per giocare, quantomeno, la postseason:
“Ho chiesto loro di preparsi come se la stagione regolare non dovesse più riprendere e si ripartisse immediatamente con i playoff. Così, nel caso questa fosse la soluzione, saremmo pronti per tornare in campo quasi subito”.
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