In una nota diffusa nella giornata di giovedì, ripresa poi da ESPN, la NBA ha annunciato che i giocatori riceveranno i pagamenti completi il 15 aprile. In quella data sarà passato più di un mese dalla positività al coronavirus di Rudy Gobert, primo caso registrato all’interno della lega; da lì in avanti non è più stata giocata una partita. Nelle ultime settimane le discussioni tra NBA e NBPA si erano fatte più fitte, con al centro del dibattito le conseguenze sui salari dovute alla sospensione del campionato. La maggior parte dei giocatori riceve il proprio stipendio ogni 1 e ogni 15 del mese. Alla scadenza del primo maggio le cose potrebbero cambiare. La NBA, infatti, potrebbe avvalersi di una clausola presente nel contratto collettivo, dove si prevede una riduzione del 1.08% del salario annuale per ogni partita cancellata. Tale clausola scatta in caso di avvenimenti straordinari, come una pandemia. Al momento sono state sospese 259 partite.
Il dibattito sulla possibilità di finire la stagione è ancora aperto. Il commissioner Adam Silver ha recentemente dichiarato che nessuna decisione verrà presa prima di maggio. Nessuna partita è stata ufficialmente cancellata, il campionato rimane in una situazione di sospensione. Un’eventuale cancellazione della stagione recherebbe centinaia di milioni di dollari di danno alle franchigie, ragion per cui si farà di tutto pur di portare a termine i playoff, anche in estate.
Leggi anche
Under the radar – 10 regole NBA sconosciute ai più
NBA, clamoroso Stackhouse: “Vorrei non aver mai giocato con MJ”
La NBA è pronta per il torneo di H-O-R-S-E: ecco i partecipanti