Le scelte al Draft NBA sono uno dei grandi misteri nel mondo della pallacanestro a stelle strisce. Ogni anno le franchigie impazziscono per trovare il giocatore giusto da chiamare. Che sia alle prime posizioni col prospetto “certo” o in fondo, verso le ultime chiamate con la possibile steal of the draft, la verità è solo una: non ci sono mai certezze. Nessuna regola aurea funziona (chiedere di Jordan nel Draft NBA 1984). Unico vero affidamento sono le valutazione fatte nel tempo e i successivi workout pre-Draft & Draft Combine….. a meno che non ti chiami Pat Riley e non hai voglia di togliere anche questo ultimo barlume di certezza. In questo caso chiedere di Wade e al suo allenamento con lo staff di Miami a ridosso del Draft.
In una intervista al Sun Sentinel infatti, lo storico allenatore e Manager dei Miami Heat alla domanda sull’importanza dei workout per le selezioni al Draft ha tirato fuori proprio un aneddoto legato a Dwyane Wade. Pare infatti che il giovane prodotto di Marquette svolse un allenamento pre-Draft pessimo, ma questo non tolse la fiducia all’allora GM degli Heat che decise di dare comunque fiducia alla guardia 21enne:
“Fare un Draft senza valutare prima i giocatori con i workout? Torno all’allenamento pre-draft di Dwyane Wade. Ha fatto un allenamento orribile, ma lo abbiamo scelto lo stesso. Il lavoro svolto sul corpo negli ultimi tempi, tutte le valutazioni fatte con lui e tutto ciò che un giocatore ha fatto avranno comunque sempre la meglio rispetto ad un solo brutto allenamento, un allenamento nervoso. Quando abbiamo davanti a noi un giocatore, siamo sempre ben preparati su di lui, abbiamo abbastanza informazioni.”
Il resto è storia. Wade al suo primo anno da rookie centrò immediatamente i playoff con la franchigia della Florida e chiuse la sua prima postseason con una media di 18 punti e 5 assist. Da lì a due anni avrebbe vinto il primo titolo nella storia di Miami con Shaquille O’Neal. E poi un double con LeBron James e Chris Bosh.
Col senno del poi mai scelta fu più azzeccata né mai ci sarebbero potuti essere dubbi su chi doveva essere chiamato in quella posizione al Draft 2003. Ma il Draft non è una scienza esatta e forse anche Pat Riley, guardando il workout della guardia di Marquette, per un attimo un dubbio, quel giorno, lo ha avuto. Per sua fortuna non ha cambiato idea.
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