È ormai scontro totale sul tema della ripresa sportiva. Da una parte, le risposte e le ragioni di chi preferisce tutelare la salute di giocatori, tifosi e staff, rimandando a data da definirsi qualsiasi evento sportivo. Dall’altra, le argomentazioni di chi sostiene che lo sport debba ricominciare, con le doverose precauzioni, per mettere in marcia la ripresa economica.
In sostanza, da una parte il governatore della California Gavin Newson, che qualche giorno fa ha dichiarato di “ritenere improbabile ogni evento di massa o sportivo durante l’estate” almeno finché non verrà trovata una cura efficace contro la malattia. Dall’altra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dichiaratosi “stufo di vedere in tv partite di baseball vecchie di 14 anni”. Ipse dixit. E così Trump ha formato un gruppo, composto da commissioner delle principali leghe sportive americane e anche da qualche proprietario di franchigia, con il quale confrontarsi telefonicamente per discutere la ripresa sportiva. Nel cerchio vi sono, ad esempio, Adam Silver per l’NBA, Rob Manfred per la Major League Baseball, Gary Bettman per l’NHL, Roger Goodell per l’NLF, Dana White per l’UFC, Jay Monahan (PGA) e Don Garber per la Major League Soccer.
Al gruppo si è aggiunto anche Mark Cuban, proprietario dei Dallas Mavericks. Cuban è stato inserito insieme ad altri due proprietari, ovvero Robert Kraft dei New England Patriots e Jerry Jones dei Dallas Cowboys. I membri scelti dal presidente Trump saranno consultati insieme a quelli di molti altri settori, come ad esempio settore agricolo, industriale e commerciale. Essi faranno da navigatori nel “grande revival economico e industriale d’America”. Quale fazione vincerà questa battaglia? E sopratutto, Cuban coglierà l’occasione per allinearsi alla corsa di nuovo presidente degli Stati Uniti?
LEGGI ANCHE:
NBA, i Chicago Bulls licenziano il GM Gar Forman
Tom Thibodeau punta a un ritorno in panchina nella prossima stagione NBA
NBA, Rudy Gobert ammette: Mitchell non mi ha parlato per diverso tempo