5. Dwight Howard
Howard nacque ad Atlanta nel 1985, figlio di un padre poliziotto che oltre al lavoro d’ordinanza era impegnato anche nella gestione di diversi progetti sportivi alla Southwest Atlanta Christian Academy;
Fu proprio costui che si accorse per primo delle potenzialità inespresse del giovane Dwight, e a spingerlo quando i tempi si fecero più maturi ad entrare nel programma di pallacanestro (uno dei migliori dell’intera nazione) dell’accademia privata.
Il primo approccio di Dwight con la pallacanestro avvenne molto tempo prima, all’età di 9 anni “Superman” teneva già il pallone di cuoio costantemente fra le mani.
Nonostante la sua struttura fisica fosse già considerevole per la sua età, il suo primo ruolo sul pitturato fu quello di guardia, posizione che ai tempi gli calzava a pennello data la sua velocità e versatilità.
Arrivato finalmente il tempo del liceo, la sua posizione traslò gradualmente verso il pitturato, zona nella quale Howard era in grado di sfruttare al massimo le sue straripanti doti fisiche ed atletiche.
Nei suoi primi anni di High School Dwight tenne costantemente una doppia doppia di media con 16 punti e 14 rimbalzi ad allacciata di scarpa, a cui aggiungeva la “specialità della casa” ovvero le stoppate, per l’esattezza 6 a partita.
Nella sua stagione da senior guidò la squadra liceale ad un record di 31 partite vinte su 33 totali, andando ad innalzare ogni sua singola statistica personale, 25 punti, 18 rimbalzi, 4 assist e ben 8 stoppate furono il degno riassunto in cifre delle sue prestazioni sul parquet.
Grazie ai numeri messi insieme Howard venne nominato miglior talento liceale nazionale e “Naismith Prep Player of the Year”, oltre che giocatore dell’anno da parte della Gatorade.
Come da copione la convocazione al McDonald’s All-American si concretizzò per diretta conseguenza dei precedenti riconoscimenti, nella kermesse liceale venne eletto co-MVP insieme a J.R. Smith e selezionato nei migliori 35 McDonald’s All-American di tutta la storia.
Howard volendo ripercorrere le orme del suo idolo Kevin Garnett decise di saltare il college per entrare direttamente nel mondo dei professionisti in NBA, venne scelto con la prima chiamata dagli Orlando Magic, e sempre in onore di K.G., Howard scelse di indossare il numero 12, vale a dire il rovescio del 21 (numero che Garnett vestì mentre era giocatore dei Timber-Wolves).
Howard ai tempi di Charlotte