Siamo ormai alle porte di maggio e la situazione non è ancora chiara. La stagione NBA riprenderà? Difficile poter dare una risposta. Il primo a non averne è Adam Silver, commissioner della Lega, il quale ha voluto dare una serie di aggiornamenti sul tanto discusso topic. Queste le parole di Silver a riguardo:
“La nostra intenzione principale è chiaramente quella di riprendere il campionato ma solo dopo aver esaminato tutti i dati ottenuti dalle fonti governative e medico-sanitarie. Al momento non siamo in grado di poter prendere alcuna decisione e non posso neppure indicare quando potremo farlo finché la situazione non sarà chiara. Ad oggi non siamo neanche al punto in cui possiamo dire che se succede A, B e poi C allora si torna a giocare: c’è ancora troppa incertezza, e voglio ribadire che per noi al primo posto rimane la sicurezza e il benessere dei giocatori NBA e di tutte le persone coinvolte”
Poi il commissioner ha fatto chiarezza sulla data del 1 maggio che nelle scorse settimane era stata comunicata dallo stesso Silver come ‘deadline’ decisionale per la ripresa delle operazioni o meno:
“Quando alcune settimane fa avevo detto che non saremmo stati con ogni probabilità in grado di prendere alcuna decisione prima di maggio, non intendevo dire che con il 1 del mese questa decisione sarebbe arrivata. Attorno al virus c’è ancora un’enorme incertezza: le cose stanno cambiando molto velocemente, non è detto che tra qualche settimana saremo in una posizione diversa da quella attuale. È frustrante, lo so. Lo è per me e per tutti quelli che sono coinvolti nel nostro business, a loro volta frustrati dal fatto che io non possa dar loro una risposta”
Parlando di opzioni sul tavolo del commissioner, Silver ha confermato la valutazione di poter giocare in una “città-bolla”:
“Tutte le opzioni rimangono sul tavolo, compresa quella di posticipare anche il via della prossima stagione. Ci sono state proposte molti scenari, compresi quelli che vedono il campionato ricominciare in una città-bolla da isolare il più possibile dal resto del mondo. Ascoltiamo tutto, ma non ci siamo ancora mossi in nessuna direzione, perché potremo farlo solo quando avremo maggiori e più precise informazioni sul virus”.
Poi un’ultima battuta sul numero di giocatori che ha contratto il coronavirus, maggiore rispetto a quanto comunicato dalle rispettive franchigie negli scorsi giorni:
“Posso dire che è superiore a quello comunicato inizialmente, che è stato di sette giocatori. La lega non rivelerà il numero totale dei casi per ragioni di privacy ma tutti i giocatori stanno seguendo il necessario regime di quarantena imposta”
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