The Last Dance, la serie che ripercorre la storica corsa al titolo dei Chicago Bulls durante la stagione 1997-1998, spopola e fa breccia nel cuore degli appassionati di basket. Ma anche in quello dei giocatori. Tristan Thompson, Trae Young, JJ Redick e tanti tanti altri hanno espresso la loro opinione su Twitter e, al coro, si è unito anche un altro numero 23: LeBron James.
Il Re capisce, forse meglio di chiunque altro, cosa significa vincere un titolo, magari il primo, sommersi dalle critiche. James e Jordan hanno certamente una cosa in comune: un percorso tortuoso in cui ostacoli, critici e sciacalli sono all’ordine del giorno, ma grazie al quale sono arrivati al vertice di questo sport. MJ ha vinto il suo primo campionato nel 1991, dopo ben sette anni dall’inizio della sua indescrivibile carriera. Chiunque riconosceva che His Airness fosse un gran realizzatore, ma veniva spesso accusato di essere un leader da quattro soldi. Non incisivo, non un trascinatore. A LeBron ne sono servite nove di stagioni, invece, prima di mettere le mani sul primo anello con i Miami Heat. Per questo motivo veniva imputato di sparire nelle fasi più importanti delle partite.
Il numero 23 gialloviola ha provato le stesse sensazioni di Jordan guardando gli ultimi due episodi della serie e solo lui può capire veramente. Questa la sua reazione su Twitter:
“Vedere MJ stringere il suo primo titolo mi ha fatto quasi scoppiare in lacrime. Quella sensazione e quel livello di emozione è inspiegabile, quando sei passato in mezzo al fuoco.”
Le parole se le porta via il vento. Nove titoli in due – per il momento – e due carriere tra le migliori di sempre.
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