In queste settimane “The Last Dance” sta letteralmente estasiando i tifosi NBA di tutto il mondo con i retroscena legati alla carriera di Michael Jordan e alla nascita dei suoi Chicago Bulls. Tra coloro che stanno seguendo ogni puntata dell’ex numero 23 c’è anche Derrick Rose. Negli scorsi giorni, il classe 1988, ha rilasciato una intervista in cui ha spiegato il suo rapporto con MJ e del primo incontro a casa della leggenda NBA quando Rose aveva ancora 15 anni. Queste le sue parole a riguardo riportate da Sky Sport:
“Mi ricordo arrivare davanti all’entrata di questa villa enorme e vedere il 23 sul cancello. Poi, appena varcato, un cartello stradale con un limite di velocità! Da quel momento non ho più smesso di guardarlo, neppure per un secondo: l’ho guardato mentre si comportava da padre con Marcus e Jeffrey, l’ho guardato portar fuori la spazzatura, contesti in cui non mi sarei mai sognato di poterlo vedere e a cui invece ho avuto l’opportunità di assistere”
Poi, l’ex MVP dei Bulls, ha quindi chiosato in questo modo:
“Fino a quel momento ero convinto che su di me ci fosse una sorta di maledizione, che siccome le cose in campo per me si stavano mettendo bene prima o poi tutto sarebbe crollato. Dopo averlo incontrato invece il mio atteggiamento è cambiato: ho sentito come fosse finalmente possibile anche per me avere quel tipo di vita, permettere a mia madre di vivere in maniera decente. Quella sera, tornato a casa, mi sono ripromesso che qualsiasi cosa avessi dovuto fare per arrivare a quel livello l’avrei fatta: ero come in missione. Poter vedere da vicino MJ è stato come rendere manifesti — e quindi possibili — i miei sogni”.
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