In questi giorni si parla molto dei Detroit Pistons della fine degli anni ’80 e dei primi anni ’90, la cosiddetta era dei ‘Bad Boys’. Logico, data la loro importanza nella carriera di Michael Jordan. Ma a Motown, un’altra squadra meriterebbe forse un documentario. Nel 2004, i discendenti dei Bad Boys, concentrati anche loro sulla difesa ma decisamente meno brutali, vinsero il titolo grazie ad un roster composto da Ben e Rasheed Wallace, Chauncey Billups e Rip Hamilton.
Proprio quest’ultimo, nelle scorse ore ha rilasciato una lunga intervista a Bleacher Report in cui ha parlato della vittoria del titolo 2004 contro i Los Angeles Lakers di Shaquille O’Neal e Kobe Bryant. Con stupore quasi generale, i Pistons vinsero quelle Finals con il risultato di 4-1. Hamilton ha quindi spiegato come riuscirono nell’impresa di abbattere le resistenze dei gialloviola:
“Il nostro motto per tutta la stagione è stato:”Sii uomo”. Il che significava che dovevi difendere sul tuo diretto avversario senza aspettarti un aiuto per un raddoppio da un tuo compagno, specialmente quando ti ritrovi a dover giocare contro Shaq e Kobe. Se i Lakers in quel periodo erano quasi inarrestabili, è perché spesso e volentieri le squadre avversarie tendevano ad utilizzare il raddoppio su Shaq e Kobe… il problema è che così si creava spazio per altri giocatori di livello come Rick Fox o Derek Fisher i quali erano sempre pronti ad uccidere la partita. Noi, invece, abbiamo difeso sul nostro uomo, in 1 vs 1. Questa era la nostra tattica. La nostra squadra era composta da uomini che se si promettevano una cosa allora la facevano. Ci siamo detti che Shaq e Kobe potevano tranquillamente segnare 30 punti a testa… ma nessun altro doveva avere la facilità di segnare. Abbiamo giocato con questa mentalità. Ed è andata discretamente.”
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